Uno pensa di averle viste tutte: la trasferta di Licata e quella di Leverkusen; aver messo in croce Ajax e le grandi italiche e perdere contro il Siena, doppietta di Rej Volpato; essere stati così fortunati da aver assistito alla quasi-retrocessione con lo stesso allenatore che poi avrebbe portato la Nazionale alla disfatta svedese.

Soprattutto uno pensa di averle viste tutte, poi il vessillifero di ‘Voi siete perdenti perché Vi attaccate agli arbitraggi per mascherare la Vostra pochezza’ si scatena e straripa, non solo in campo ma anche fuori, contro il modesto direttore di campo albionico. Intendiamoci: il portiere aveva ragione. Come avevamo ragione noi mille volte, a protestare;  come l’aveva Muntari e tanti altri derubricati, appunto, a perdenti. Ci ripensi, mantenga il punto e chieda scusa per i toni. Il miedo escénico pretende i propri sacrifici: dal Bayern ai vinovesi il passo è breve. Scandalosamente, antisportivamente breve. E ringrazi il cielo che Boniperti ne fa novanta quest’anno.

Nel giorno della mestizia, sei anni senza Piermario, l’Udinese riesce a perder contro il Cagliari, rilanciando le quotazioni della formazione di Lòpez, in crisi quanto la nostra. Le ragioni non sono tecniche: le due squadre hanno mostrato di meritare i pochi punti raggranellati. I rossoblu hanno una carica morale, spirituale, d’attaccamento alla terra ed alla limba che alla nostra ‘armata brancaleone’ non potremmo, forse potremo mai spiegare.

Ogni calcio franco equivale ad una rete subìta, ogni ‘soffio’ un cazzotto per una difesa mai così modesta, mai così schiacciata contro il proprio portiere tanto da permettere al prode Ceppitelli di metter dentro la seconda rete in carriera nella massima serie.

Lasagna si fa male (dicono affaticamento), Maxi esce e ce l’ha con tutti. D’altra parte entra il dieci e non teniamo più palla in attacco. Chi lo invoca si faccia delle domande. Ed in porta tiriamo quasi mai.

E abbiamo fatto nove sconfitte di fila, nove come le porte di Polanski, oggi che ci ha lasciato Milos Forman ma che ne sanno quegli undici che giocano come sperassero tutto finisse in fretta, tanto non si retrocede. Sicuri?

Ma non si preoccupino: dirigenza, staff, squadra. È colpa mia.

È colpa mia, perché anno dopo anno continuo a  pensare che in fondo questa squadra abbia delle qualità, che sia un gruppo anche se obiettivamente si vede sempre di meno, che certe volte il cielo ed altre gli arbitri... mai ‘che loro’.

È colpa mia, perché anche all’inizio di questa stagione (ed oggi stesso) sostenevo che la rosa non era poi così male.

È colpa mia, perché quando GianPaolo Pozzo dice che sì, errori ce ne sono stati ma dalla prossima stagione si cambia registro, io quasi quasi gli credo.

È colpa mia, perché ancora oggi sono convinto (a differenza di qualche collega) che Gino Pozzo non sia un incompetente: è lui che ha organizzato acquisti come quello di Marcio, di Alexis, di Johan e compagnia vincente, non tanto il padre.

È colpa mia, perché anche oggi, con Nuytinck attaccante negli ultimi dieci minuti, sono rimasto lì a guardarmi un film con i titoli di coda già scorsi. Bro, questa è per Te.

È colpa mia, perché ho ritenuto Oddo la scelta migliore possibile; perché per qualche mese ho pensato che il rispetto che un campione del mondo, d’Europa per club, d’Italia aveva riscosso fosse prodròmico per un campionato non da Europa League, ma quantomeno da cinquanta punti.

È colpa mia, perché ritengo Balic ancora un medio(cre)campista (leggetela voi), De Paul un giocatore di subbuteo che dovrebbe mollare la maglia di Di Natale immediatamente, Samir e Jankto due promesse mai del tutto mantenute, Fofana un’incompiuta.

È colpa mia, perché non riesco a capire come faccia una squadra di serie A a tenere un quarto d’ora, poi crollare.

È colpa mia perché non riesco a capire come mai di testa non se ne prenda una. Ma una, una sola...

È colpa mia, perché se è vero (come è vero?) che i tori a Udine si vedano solo in qualche stalla di periferia e mai in grandi alberghi del centro, spero i Pozzo restino e rilancino.

È colpa mia, perché quando sento i cori dalla curva contro Gino Pozzo mi si gonfia il cuore dal dolore.

È colpa mia, perché apprezzo chi ha cercato, e cercherà il dialogo fra supporter e tifoseria. Il migliaio di dissidenti si metta il cuore in pace, arroccarsi sull’Aventino storicamente porta male: dal 1924 in poi.

È colpa mia, perché sono convinto che ce la faremo e che il prossimo anno, finalmente, ci divertiremo. Quasi Strama, Cola, De Canio, Iachini, Gigi, Oddo siano stati solo uno scherzo del destino.

È colpa mia. E siccome è colpa mia e non Vostra, mostratemi quali siano le Vostre qualità già da mercoledì, ma soprattutto da quando a Udine arriverà il Crotone per una gara da dentro/fuori.

Si è persa una gara da 0-0, per una bella rete di Kevin e due oscenità difensive bianchenere. Certe volte penso che l’Udinese si dimentichi quali siano i giocatori avversari più pericolosi, se una domenica segna Immobile e la settimana successiva lo fa Pavoletti.

Vi chiedo solo una cosa: non ditemi che le nove sconfitte sono un macigno sulla testa dei giocatori. Il calcio è gioia, felicità, spensieratezza anche per chi, come Voi, lo fa in maniera ‘professionale’. concentrateVi, salvateVi ufficialmente dopodiché sarà colpa mia: verrò esonerato dal Direttore. E spero coloro ai quali, fra Voi, pesa stare a Udine troveranno fortuna altrove.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 15 aprile 2018 alle 08:00
Autore: Franco Canciani
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