L'Udinese torna in campo oggi (almeno per ora) in una situazione che è paradossale. Arriva la Fiorentina ma con le notizie delle ultime ore è impossibile non pensare ad altro, all'emergenza, il Friuli si ritrova da questo mattino isolato visto il decreto che fa della provincia di Venezia e Treviso zona rossa invalicabile e visti i controlli serrati sul confine austriaco. E i casi di persone infette dal virus crescono di giorno in giorno. Eppure si gioca, nel mezzo del caos e della paura. 

Come si fa a pensare al calcio, come si fa a commentare una partita in questa situazione? Resto dell'idea che il calcio deve fermarsi assolutamente, stop al campionato, non ci sono le condizioni per riprendere. Ripeto, serve un'azione responsabile, che guardi al bene di tutti, alla salvaguardia della nostra salute e non solo degli interessi economici.

Spinge l'Associazione italiana calciatori, con il presidente Tommasi, per non giocare, perché d'altronde anche i calciatori sono uomini e non sono macchine. Questa mattina è stata fatta un'esplicita richiesta al Governo, nelle prossime ore arriverà la decisione finale. 

Nel frattempo, in attesa di notizie, si gioca. Con che testa? Bianconeri e viola raccontano di una settimana strana e non potrebbe essere altrimenti. Iachini e Gotti hanno provato a mantenere la calma e a preparare la partita nel migliore dei modi. Ovvio che la situazione è anormale. Lo stop forzato ha inciso, anche dal punto di vista della condizione. 

In palio ci sono punti pesantissimi. Per l'Udinese, soprattutto, questa è una partita da non sbagliare. Perché la vittoria manca da troppo tempo, perché comunque bisogna stare lontani dal terzultimo posto, dal rischio. Servirebbe una vittoria, o almeno avremmo detto così in condizioni normali. In Friuli deserto tutto può succedere. 

Non ho parlato molto di calcio ma ora come ora diventa davvero difficile farlo. 

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 08 marzo 2020 alle 11:10
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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