Ormai a livello calcistico in tutto il mondo solo di due cose si parla: della ripresa delle attività e di come rendere sopportabili le perdite enormi causate dal nuovo virus. Già, il Covid-19, poco letale sulla carta, ma con una facilità di contagio tale da rendere impossibile qualsiasi contatto, pena il rischio di collasso del sistema sanitario come stiamo vedendo.... anzi, come molti di noi stanno vedendo, non tutti. Ci sono diversi presidenti infatti che spingono per tornare in campo il più presto possibile, a porte chiuse e con un certo tipo di misure di sicurezza per gli allenamenti. Fattibile? Non sta a noi dirlo, sicuramente però possiamo riflettere sulla cosa.

Innanzitutto la ripresa è voluta per la questione diritti tv, senza partite le emittenti che hanno acquistato i pacchetti possono provare a non pagare. Calcolando che la fetta maggiore degli incassi per le società è rappresentata proprio dai diritti, il problema aziendale è enorme. Sicuramente però il fattore impresa può andare in secondo piano quando c'è di mezzo la salute. Viene un'altra domanda spontanea. La gente avrebbe veramente voglia di guardare calcio? Di vedere persone che fanno contrasti, coast to coast, corse? Ma, soprattutto, i soggetti che dovrebbero agire, ovvero i calciatori, sarebbero disposti a spostarsi in zone dove il Coronavirus ha colpito duramente e a fare uno sport dove il contatto è una delle basi?

Quesiti che non possono avere una risposta univoca. Sicuramente però molti giocatori sarebbero restii probabilmente a seguire le proprie squadre. Anche perchè poi basterebbe che uno solo del club, anche tra lo staff o gli accompagnatori, contraesse il virus per far scattare il rischio di epidemia in una società e non solo. Allo stesso modo esattamente come per molti il calcio può essere uno svago, molti altri potrebbero essere infastiditi dal vedere tutto quel movimento e quegli spostamenti nel momento in cui lo sforzo di tutti è restare a casa per limitare le possibilità di contagio. Insomma, se il calcio riprendesse, ora o a breve, correremmo un rischio tutti, non solo i calciatori o chi si occupa delle squadre. Ne vale veramente la pena? Come detto sopra, non sta a noi decidere, ma la logica impone cautela. Tanta cautela.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 05 aprile 2020 alle 19:59
Autore: Davide Marchiol
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