Con la salute non si scherza e su questo non ci deve essere dubbio, non sono un virologo, non ho conoscenze specifiche sull'argomento, anzi, ma su questo punto credo che non ci debba essere mai alcuna polemica. Il coronavirus non è qualcosa di passeggero, si tratta di un nemico invisibile che ti può colpire quando meno te lo aspetti, il rischio per tutti noi è alto. E' giusto allora che anche il calcio si fermi. In un momento di panico ed isteria, di psicosi generale, la precedenza va data a ben altri problemi.

Il calcio si doveva fermare sì, per responsabilità, la chiusura degli stadi doveva una misura che ha come fine quello di proteggere le persone, di evitare che il virus dilagasse ancora di più. 

E invece...ancora una volta si è guardato meramente al'aspetto economico. Spalti vuoti uguale meno soldi, uguale perdita considerevole. Con i club sempre più indebitati, sempre più affamati di risorse, certi incassi non si possono assolutamente sprecare. Ai 5 milioni di euro che sarebbero derivati dal derby d'Italia con l'Inter la Juve, per esempio, ha deciso di non rinunciare. Per questo i club, fino alla fine, hanno premuto per il rinvio, così a Torino, così a Udine. Certo, non mi meraviglio di questo, ormai si sa che il calcio è business, è impresa.

Non mi meraviglio, purtroppo, nemmeno della disorganizzazione completa di chi era chiamato a decidere, di chi doveva fare una scelta tempestiva e responsabile che invece ha procrastinato fino a ieri la decisione ultima. La Fiorentina era già a Udine, la partita alle 18 si doveva giocare, rimandare a 5 ore dal fischio d'inizio significa mancanza totale di capacità di gestione, improvvisazione. Decidere di non decidere, salvo poi all'ultimo fare una scelta, è stato un grave errore. Serviva una presa di posizione univoca, incontestabile.

Campionato falsato? I tifosi dell'Inter gridano allo scandalo, ad una nuova calciopoli ma non credo sia così. Capisco da un lato le proteste di Marotta (il mese di maggio per i neroazzurri rischia di essere infernale) ma dall'altro davanti a problemi del genere bisogna prima di tutto pensare al bene comune. Stumentalizzare tutto ancora una volta ha poco senso. Sarà la classifica più ondivaga e provvisoria della storia, questo è certo. Il danno è globale, a tutto il sistema calcio, squadre, tifosi e anche noi giornalisti. Bisogna rendersi conto che davanti a situazioni dei genere perdiamo tutti, i grandi ma anche e soprattutto i piccoli, chi sta in provincia. 

Mi aspettavo, dal calcio, da un sport che per me ha un ruolo sociale di primo piano, ben altro atteggiamento. Sì è persa, come sempre d'altronde, l'occasione per dare il buon esempio al Paese. 

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 01 marzo 2020 alle 14:48
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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