Dopo gli scudetti femminili del primo dopoguerra, la compagine maschile con il marchio Snaidero , vinse lo scudetto di Serie B battendo in finale la Ramazzotti Roma, nel 1968. Il 13 marzo, il trofeo si chiama Coppa Italia.
Il segreto? La serietà e il duro lavoro di tutti, coach Boniciolli in testa. Al tecnico bianconero va dato il merito di aver portato in Friuli una mentalità vincente, da grande, ad una squadra che faticava a fare il salto di qualità, che spesso si accontentava soltanto di partecipare. Ora no, l'Apu è lì per vincere, per dimostrare a tutti che è la migliore. Ha detto bene il coach nel post gara: "Il mio lavoro non è finito". Perché non bisogna accontentarsi, bisogna alzare ancora l'asticella. Il gioco c'è Udine è bella da vedere, si passa la palla, cerca sempre il tiro migliore e in difesa non concede mai nulla, la condizione fisica pure nessuno corre come i bianconeri e il roster è profondo tante alternative e di grande qualità, dalla panchina si alzano praticamente dei titolari aggiunti. Giusto allora puntare in alto.
E' la vittoria di tutti.
Di capitan Antonutti, udinese doc che ci teneva a regalare un trofeo alla sua città. Le lacrime dopo l'amara sconfitta nella finale playoff della scorsa stagione contro Napoli vengono cancellate dai sorrisi di ieri. Se lo merita il cigno, vero leader in campo e fuori. Di Lacey, forse il più forte americano visto a Udine negli ultimi anni. Pistolero della competizione, ha dimostrato di essere di un altro livello rispetto agli avversari. Travolgente, immarcabile, il vero valore aggiunto ad una squadra ricca di talento.
Del gruppo, sempre unito, sempre determinato ad andare a prendersi il risultato nonostante le difficoltà e le assenze. Cappelletti, Mussini, Giuri, Esposito, Ebeling, Italiano, Walters, Nobile in semifinale. Tutti importanti, tutti a modo loro determinanti. L'unione fa la forza, sì e non è una frase scontata.
È soprattutto la vittoria della presidente Pedone, uomo di qualità inestimabili, di passione vera e sincero sangue cestistico friulano. Il suo entusiasmo non è mai venuto meno, anche quando sembrava fosse arrivato il capolinea. Merito suo, che ci ha messo tempo e soprattutto denaro, se il basket di Udine è tornato ai vertici. Il progetto Apu si è dimostrato il migliore. Le critiche stanno a zero, senza questa dirigenza non saremmo qui a celebrare una grande vittoria.
Grazie Apu allora e che questo sia solo il primo di tanti successi. La strada da fare è ancora tanto, è vero, ma sarà bellissimo.
Il segreto? La serietà e il duro lavoro di tutti, coach Boniciolli in testa. Al tecnico bianconero va dato il merito di aver portato in Friuli una mentalità vincente, da grande, ad una squadra che faticava a fare il salto di qualità, che spesso si accontentava soltanto di partecipare. Ora no, l'Apu è lì per vincere, per dimostrare a tutti che è la migliore. Ha detto bene il coach nel post gara: "Il mio lavoro non è finito". Perché non bisogna accontentarsi, bisogna alzare ancora l'asticella. Il gioco c'è Udine è bella da vedere, si passa la palla, cerca sempre il tiro migliore e in difesa non concede mai nulla, la condizione fisica pure nessuno corre come i bianconeri e il roster è profondo tante alternative e di grande qualità, dalla panchina si alzano praticamente dei titolari aggiunti. Giusto allora puntare in alto.
E' la vittoria di tutti.
Di capitan Antonutti, udinese doc che ci teneva a regalare un trofeo alla sua città. Le lacrime dopo l'amara sconfitta nella finale playoff della scorsa stagione contro Napoli vengono cancellate dai sorrisi di ieri. Se lo merita il cigno, vero leader in campo e fuori. Di Lacey, forse il più forte americano visto a Udine negli ultimi anni. Pistolero della competizione, ha dimostrato di essere di un altro livello rispetto agli avversari. Travolgente, immarcabile, il vero valore aggiunto ad una squadra ricca di talento.
Del gruppo, sempre unito, sempre determinato ad andare a prendersi il risultato nonostante le difficoltà e le assenze. Cappelletti, Mussini, Giuri, Esposito, Ebeling, Italiano, Walters, Nobile in semifinale. Tutti importanti, tutti a modo loro determinanti. L'unione fa la forza, sì e non è una frase scontata.
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Lunedì 19 mag