Dalla gara di Verona dell’andata più di qualcuno annunciò, con la ragione dalla sua parte apparentemente, che era da lì che Udine doveva ricominciare una nuova stagione. I fatti che hanno poi seguito la gara di Mantova, di due giornate successiva, non hanno fatto altro che confermare questo pensiero, se è vero che al posto di Demis Cavina arrivò una nuova gestione targata Martelossi che, inevitabilmente, ha cominciato un nuovo percorso, nonostante si fosse già arrivati a metà stagione. Il +11 dell’andata per gli scaligeri è lo scalino successivo a quello che portava nome e numeri di Forlì e, se venisse superato domenica, lancerebbe l’Apu verso il quarto posto, tutto un altro mondo rispetto a solamente una giornata fa quando ci si giocava “soltanto” il fattore-campo al primo turno di playoff. Le incertezze del girone Ovest riguardo alle posizioni che vanno dalla sesta alla nona non permettono ancora di individuare con certezza un possibile avversario (in lotta ci sono Casale Monferrato, Agrigento, Latina e Biella), dunque è sempre meglio affidarsi alla pura e semplice logica che dice che un quarto posto sarebbe più prezioso del quinto. Come si diceva prima, c’è però di fronte un ostacolo importante ed è Verona, forte del vantaggio in doppia cifra dell’andata e reduce da una serie positiva di sette vittorie interrotta proprio nell’ultima giornata dal “rumoroso” k.o. con Roseto per 106-85.

La Scaligera Verona di Luca Dalmonte è la squadra più temibile dell’Est da dietro l’arco dei tre punti. Gli oltre 30 tentativi a partita realizzati con il 37% mostrano in maniera piuttosto esplicativa la pericolosità che questo roster può avere nel tiro dalla lunga distanza. Udine, che è squadra che poco concede in queste conclusioni statisticamente, non fu impeccabile nella stessa maniera all’andata. Verona nel frattempo ha potuto rinforzare il proprio reparto tiratori nientemeno che con Alexander Vujačić che alla mano porta due anelli NBA raccolti con i Los Angeles Lakers. Il suo impatto con la nuova piazza si può dire positivo, con quasi quindici punti ad allacciata di scarpa e otto triple tentate a partita. Non è dunque servito molto tempo a Sasha Vujačić per entrare nell’ottica di pensiero di questa Verona. A questo nome, per così dire, nuovo vanno ricordati quelli che già si erano visti un girone fa come quello di Jazzmarr Ferguson, pericolo numero uno dei gialloblu, e degli italiani come Francesco Candussi da Palmanova, il tiratore Andrea Amato e quel Giovanni Severini che, sempre all’andata, limitò il talento realizzativo di Trevis Simpson. Un punto interrogativo riguarda invece Terry Henderson, rientrato da poco da un periodo passato negli Stati Uniti e da valutare per la partita di domenica.

Recuperare undici punti in un incontro non è certamente cosa da poco, specialmente se l’Apu che scenderà in campo sarà quella di Piacenza. L’ormai abusata formula del “clima da playoff” dovrà però essere uno stimolo per i ragazzi di Martelossi che, anche se non dovessero ribaltare il passivo dell’andata, potranno comunque giocare una partita dalla quale si potranno trarre informazioni preziose per l’immediato futuro. E’ contro le Verona di turno che ci si fa le ossa per il rush finale, non certo contro, non me ne vogliano eventuali tifosi o affezionati, una Bakery di fondo classifica. L’impresa poi è sempre dietro l’angolo per chi sa dimostrare la voglia di coglierla: l’auspicio è che l’ambizione di questa Apu sia tale. Sarebbe un rammarico non riuscire ad approfittare di questa occasione, anche perché nella stagione dell’Apu di imprese, a volerle cercare, ce ne sono state, basta provare a chiedere alla Fortitudo ad esempio…

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 11 aprile 2019 alle 16:34
Autore: Francesco Paissan
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