UDINE. I grandi campioni, spesso, nel calcio sono quelli che dividono. Specialmente quando le lancette dell’orologio cominciano inevitabilmente a far passare le primavere e la brillantezza, così come lo scatto, non può più essere più quella di una volta. E mai come quest’anno Antonio Di Natale ha diviso critica e tifosi.

«È finito», diceva qualcuno. «Non si può prescindere da uno come lui», ribattevano in tanti nel periodo in cui il campionato dell’Udinese stava prendendo una bruttissima piega. I numeri nudi e crudi, però, che nel calcio quasi sempre rappresentano l’unica verità indissolubile, dicono che quelli accumulati da Totò da Pomigliano d’Arco sono fantasmagorici, soprattutto se riferiti a un calciatore che ha calcato i campi della massima serie nel XXI secolo.

Cifre pazzesche. La doppietta rifilata al Livorno ha permesso a Di Natale non soltanto di staccare Del Piero e Signori nella classifica “all time” della Serie A e di mettere nel mirino lo svedese Kurt Hamrin – distante una sola lunghezza – ma anche di rafforzare ulteriormente la media gol accumulata nei dodici anni di serie A da un ragazzo capace di andare in doppia cifra per otto campionati consecutivi.

Le 189 reti messe a segno in 387 partite, infatti, certificano come Totò vada a bersaglio con una media di 0,49 gol a partita, praticamente un gol ogni due match. Cioè meglio di gente come Alessandro Del Piero (0,39), Giampiero Boniperti (0,40) e Amedeo Amedei (0,41) oltre alla stragrande maggioranza di coloro che guardano dal basso verso l’alto quell’ottavo posto della graduatoria dei bomber di tutti i tempi in cui si è insediato il capitano bianconero.

Particolare da non trascurare, inoltre, Di Natale segna più di tanti elementi che lo precedono in questa particolarissima graduatoria. Qualche esempio? Lo stesso Kurt Hamrin (0,48), Roberto Baggio (0,45) o Josè Altafini (0,47) e persino Francesco Totti capace sì di bucare la porta avversaria in 235 occasioni, ma con ben 559 gare giocate in A per una media di “appena” 0,42 gol a partita.

Appartenenza. Attenzione, poi, ad un’altra specialissima classifica in cui Di Natale straccia record su record e cioè quella dei giocatori che hanno segnato il maggior numero di gol con la stessa casacca sulla pelle. In questo ranking tutto italiano, infatti, Totò si trova addirittura al sesto posto. Guida il gruppone Francesco Totti, davanti a Gunnar Nordhal (210 reti con il Milan), Giuseppe Meazza (197 con l’Inter), Alessandro Del Piero e Giampiero Boniperti autori, rispettivamente, di 188 e 178 centri al servizio di Madama.

Di Natale, però, ha scritto la storia in questo piccolo lembo di nord-est visto che il parziale, in maglia friulana, parla di 171 centri – a cui vanno sommati i 18 nei due anni di Empoli – in dieci campionati tondi tondi giocati in Friuli.

Con un crescendo quasi rossiniano di facilità con cui trovare la porta avversaria arrivando, nel 2009-2010 e nel 2010-2011, ad una media di un gol ogni 104 minuti: qualcosa di pazzesco se inserito nel calcio tattico, e durissimo, di adesso.

Per cui crediamo, senza timore, di doverci aggregare a quanto detto da Francesco Guidolin domenica. Se uno così dovesse davvero decidere di mollare a giugno bisognerebbe davvero rincorrerlo con il fucile in mano per fargli cambiare idea.

Sezione: Notizie / Data: Mar 06 maggio 2014 alle 14:45 / Fonte: Mattia Pertoldi per il Messaggero Veneto
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @@FDigilio
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