Tra il Comune e l’Udinese calcio la pace è finita. L’amministrazione di palazzo D’Aronco sta per aprire la procedura di riscossione coattiva nei confronti della società bianconera per recuperare parte del canone d’affitto relativo al periodo luglio 2010 a marzo 2013, che l’Udinese deve al Comune a prescindere dalla compensazione dei lavori eseguiti. Stiamo parlando di circa 35 mila euro, ovvero il 5% applicato sul totale che, per quel periodo, supera gli 800 mila euro. Il Comune si limita al 5% perché sulla differenza è in corso la trattativa sulla stima delle migliorie all’impianto realizzate prima dell’aggiudicazione del diritto di superficie. E su quest’ultimo punto la società bianconera non esclude un possibile ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar).

Va subito chiarito, però, che il braccio di ferro riferito ad attività svolte prima dell’assegnazione del diritto di superficie, non avrà alcuna ripercussione sulla gara d’appalto e sulla costruzione del nuovo stadio Friuli.

La trattativa è in corso da mese durante i quali Comune e Udinese calcio hanno tentato più volte di arrivare a un accordo. Ma, al momento, ogni sforzo è risultato vano. Sul piatto abbiamo i lavori contabilizzati dall’Udinese calcio il cui valore, dopo aver detratto 1 milione di euro corrispondente al valore del Cosmos e all’adeguamento degli spalti acquistati con contratto di leasing, ammonta a 841 mila euro.

Due gli scenari avanzati lo scorso settembre dai tecnici di palazzo D’Aronco: nel primo, senza entrare nel merito del valore delle singole voci stabilite dal consiglio comunale la stima delle opere effettuate ammonta a 302 mila euro, nel secondo analizzando invece i valori delle singole voci si arriva a 151 mila euro.

Inutile dire che la società bianconera non ha accettato né l’una, né l’altra soluzione e "per coerenza - ammette il direttore amministrativo, Alberto Rigotto - abbiamo deciso di non versare neppure i 35 mila euro. Non si può da una parte stringere la mano e dall’altra baruffare. Sarà il Tar a dire chi avrà ragione".

Pur restando solo un’ipotesi, è abbastanza probabile che tra Comune e Udinese calcio si riapra la stagione dei ricorsi. Quella stagione che aveva caratterizzato l’ultimo mandato guidato dall’ex sindaco Sergio Cecotti e che Honsell, al suo ingresso a palazzo, aveva subito cercato di smorzare arrivando, lo scorso anno, all’affidamento del diritto di superficie dell’impianto sportivo proprio alla Società bianconera impegnata ora nella realizzazione del un nuovo stadio.

Palazzo D’Aronco, infatti, sta per procedere con la procedura di riscossione coattiva che, dopo un nuovo sollecito, se l’Udinese non verserà il dovuto, porterà all’ingiunzione amministrativa. In questo modo il Comune pensa di recuperare parte del suo credito perché anche ammesso che riesca a incassare i 35 mila euro, la partita è più complicata e, come detto, le cifre sono decisamente più elevate.

"Non siamo in grado di pagare perché la procedura è ancora aperta" insiste il direttore amministrativo della società bianconera scagliandosi contro i dirigenti di palazzo D’Aronco: "Speriamo che Renzi trasformi i contratti da tempo indeterminato a tempo determinato. La partita non si chiude perché c’è solo un problema procedurale, o meglio un paio di dirigenti ha un problema procedurale.

Sarà il Tar - ripete Rigotto - a dire chi avrà ragione". Il direttore amministrativo sembra stizzito perché, a suo dire, "nel periodo in cui è rimasta in vigore la vecchia convenzione l’Udinese calcio, all’interno dello stadio Friuli, ha realizzato opere per circa 3 milioni di euro".

Sezione: Notizie / Data: Mer 26 febbraio 2014 alle 14:40 / Fonte: Messaggero Veneto
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @@FDigilio
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