Nonstante una stagione decisamente al di sotto delle aspettative e con qualche sofferenza di troppo rispetto al previsto, l'Udinese di Francesco Guidolin ha raggiunto il suo obiettivo primario, la salvezza. "Avrei voluto raggiungerlo con altre tre settimane di anticipo, ma è andata così. Siamo lontani dai guai ed è un bene, noi partiamo sempre per salvarci. L’eliminazione in Europa League con lo Slovan è stato uno snodo negativo" dice alla Gazzetta dello Sport. Messa in archivio al più presto questa stagione deludente, Guidolin può pensare al futoro. Dopo aver giurato eterno amore qualche dubbio però sulla sua permanenza in bianconero c'è: "Devo andare a fare allenamento... Finiamo bene ora, c’è ancora un quinto di torneo. Se ho voglia di allenare? Guardi, sono in grande forma", risponde anadando poi via in bici.

L'intervista tocca anche altri punti, a partire da Scuffet, l'uomo del momento: "È un ragazzo d’altri tempi; semplice, educato, modesto, di poche parole. Ha tranquillità, serenità, freddezza: per un portiere è tanto" 

Su Di Natale, invece, spende parole importanti: " È uno dei primissimi tra quei giocatori di classe purissima. Chi dice che non avrebbe fatto bene nelle big sbaglia di grosso. Penso alla Liga, Totò avrebbe segnato 25 gol a stagione per anni». 

Su Muriel, invece afferma che "è giovane, ha talento, deve esplodere. Ma un attaccante moderno deve saper fare le due fasi, anche quella di non possesso, andare a recuperare palla per ripartire, lui si dimentica una fase. Sul fatto che non giochi in coppia con Totò queste sono le mie convinzioni". 
E Nico Lopez? "Pure lui ha talento. ma deve migliorare fisicamente e psicologicamente, esser più convinto delle sue qualità". 

Non mancano gli elogi, invece a Domizzi: "Avrebbe potuto fare 10 anni in una big per l’intelligenza che ha: è un centrale e fa bene il terzino sinistro. Lui, Danilo e Pinzi sono le colonne anche per l’aiuto che danno ai giovani". 

Guidolin, poi, si sbilancia anche sul futuro di Pereyra: "E' pronto per una grande. Due anni fa lo facevo giocare in Europa League e lo toglievo all’intervallo per la disperazione. Ci ha dato dentro con gli allenamenti integrativi, è completo, può segnare 5-6 gol a torneo: qui si lavora più che da altre parti".

Infine anche un appunto sui ritiri: "Non gradisco i ritiri. Vorrei arrivare come in Inghilterra a dare appuntamento ai miei ragazzi al mattino della partita in casa. E responsabilizzarli. Però in Italia ogni tanto servono". 

 

Sezione: Notizie / Data: Gio 03 aprile 2014 alle 09:30
Autore: Stefano Pontoni
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