L'ex attaccante bianconero Luis Muriel è tornato a parlare della sua esperienza all'Udinese e del passaggio alla Sampdoria. Il colombiano ha svelato tutti i misteri in una lunga intervista "La Fiorentina mi aveva cercato? Due volte, sì: non dico che fui vicino, ma non erano solo voci. La prima volta ne parlarono con l’Udinese discutendo del pagamento di Cuadrado, la seconda Montella voleva capire se potevo muovermi: però nulla, a Udine speravano ancora che esplodessi lì per vendermi meglio. Illusione per illusione, la Fiorentina mi negò anche la finale di Coppa Italia nel 2014: 2-1 all’andata con gol mio e 2-0 per loro al ritorno, mi tradì Cuadrado segnando.

Infortuni? Quasi tutti a Udine, lì sì che mi facevo male sempre. Non al Deportivo Cali, al Granada, al Lecce, non ora alla Samp: io mi infortuno quando sono stressato, quando non sto bene con la testa. 

I dieci giorni per arrivare alla Samp? Ostaggio proprio no, ma quasi. Ferrero veniva tutti i giorni, e se non veniva mi telefonava: “La mia carriera è nelle tue mani”. “Ma come, presidente: è la mia che è nelle sue”. Dieci giorni chiuso dentro un hotel di Nervi, vedevo solo anziani in vacanza, sarò uscito tre volte per fare una passeggiata al mare. Ero infortunato, Samp e Udinese dovevano accordarsi sul prezzo: facevo fisioterapia, telefonavo, aspettavo e mi disperavo, tutto lì dentro. “A Udine non torno, piuttosto vado in Colombia”, e Ferrero sempre la stessa frase: “Tranquillo, resti qui”. 

A Udine dicevano che ero grasso? Un luogo comune nato a Udine quando non facevo bene. Il mio peso forma è da sempre 82-83, a Lecce ero 83 e andavo come un treno: quando Guidolin disse che ero grasso pesavo 84, peccato che sceso a 81 se ne parlava lo stesso. La verità? C’è chi ingurgita di tutto ed è secco come un chiodo, tipo Cuadrado, mentre io appena mangio un po’ di più ingrasso: è genetica. Non nego che mi piace, ma per fortuna non amo i dolci, da piccolo ero allergico alla cioccolata. Certo, scoprire le trofie al pesto non è stato un aiuto".

Sezione: Gli ex / Data: Dom 06 novembre 2016 alle 12:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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