Il gol contro il Parma all’esordio aveva sia sorpreso per la rapidità con cui Stefano Okaka si era iscritto al tabellino dei marcatori dell’Udinese, sia illuso chi pensava che la prima punta ex-Roma potesse risolvere l’annoso problema della prolificità dell’attacco friulano, stagnante in certe situazioni. Okaka non è mai stato un realizzatore puro, questo si sa, eppure in questa Udinese un profilo come lui mancava. L’uso del corpo per guadagnare un vantaggio sui difensori è la principale arma della punta arrivata dal Watford, grazie a una fisicità che i difensori delle altre squadre difficilmente possono contrastare. Guardando ai tanti (troppi?) rilanci che la difesa bianconera opera lungo un’intera partita, avere un giocatore “grande e grosso” che possa vincere i contrasti aerei e mantenere il possesso della sfera in attesa di un appoggio da parte dei compagni è cosa quanto mai necessaria. Sebbene questo lavoro venga svolto in maniera sorprendentemente efficace anche da Pussetto, che invece sfrutta la sua rapidità dopo aver ostacolato l’intervento del difensore, è Okaka che più degli altri deve fare la guerra in attacco, facendo valere il fisico e cercando di vincere più battaglie possibili per permettere alla squadra di uscire dalla propria metà campo e distendersi in avanti.

Questo lavoro è però molto dispendioso e porta via molte energie fisiche e mentali. Giocare 90 minuti di battaglia è possibile soltanto se alle spalle c’è una adeguata preparazione fisica, qualcosa che Okaka non aveva appena arrivato a Udine, al netto dell’ottima gara d’esordio. Se la tenuta fisica si può allenare, la tenuta mentale è più difficile da raffinare. Nelle sei partite disputate fin qui, l’ex Watford ha collezionato ben tre ammonizioni, delle quali l’ultima dopo aver battibeccato contro un giocatore del Bologna. L’animo è caldo e si vede quando protesta con l’arbitro, quando litiga con i difensori avversari, quando non toglie la gamba nei contrasti, tutte cose che mostrano un temperamento forte e che piacciono al tifoso. L’altra faccia della medaglia è però la facilità con cui arrivano i cartellini gialli. Anche in questo gli fa compagnia Pussetto che di gialli fin qui ne ha presi sette, più di chiunque altro in squadra.

L’ultimo Okaka è però quello che più di tutti è rimasto impresso negli occhi di chi ha guardato Udinese-Bologna. Quando nel secondo tempo ha chiesto (e ottenuto) il sostegno dal pubblico dello stadio scuotendo le braccia in direzione di curva e tribuna ha mostrato voglia di andare a prendere quel risultato tanto cercato e voluto. Il Friuli ha risposto perché, in fin dei conti, a chi non piace vedere un giocatore che si batte e si “sbatte” così in partita. "Sì, queste partite vanno giocate così, con le "sportellate" ha dichiarato Okaka a 2-1 acquisito nel dopopartita. Questo è il suo mestiere e questo è quanto ha dimostrato di saper fare sin qui.

Sezione: Focus / Data: Lun 04 marzo 2019 alle 17:20
Autore: Francesco Paissan
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