Luigi De Agostini, ex calciatore di Udinese e Juventus tra tutte, ha parlato così sulla storica promozione del Pordenone in Serie B: “È una squadra che procura emozione, ed è ciò che al tifoso interessa. Il risultato poi è una conseguenza; il tifoso gradisce, soprattutto a Udine, una squadra che alla fine della partita esce dal campo dopo aver dato tutto, aldilà del risultato. Inoltre, il Pordenone è la novità, per questo viene apprezzata anche dai tifosi dell’Udinese.”

Sull’arrivo di Tesser sulla panchina neroverde: “Attilio veniva da un’annata non facile a causa di screzi tra presidente ed allenatore; è l’unica squadra alla fine di questa stagione imbattuta in trasferta in tutta Europa. Al suo arrivo Tesser aveva tra le mani un patrimonio, in quanto trovava uno spogliatoio affiatato, formato da ragazzi che giocavano assieme da un paio di anni. Quando è arrivato Attilio le cose sono migliorate, lo spogliatoio è fondamentale: se sei forte nello spogliatoio sei forte anche in campo. Al Pordenone ci sono giocatori di qualità, c’è la giusta fusione tra giocatori vecchi e giovani. Inoltre la società può contare su un buon settore giovanile, addirittura 14 ragazzi sono stati ceduti a società di Serie A.

L’arrivo di Tesser è stato importante perché è un allenatore che ha una certa capacità ed esperienza di vincere; ci vuole gente al comando che abbia vinto, perché è in grado di infondere ciò che ti è mancato negli anni precedenti. Vincere non è mai una casualità e al giorno d’oggi è ancora più complicato, perché bisogna gestire un gruppo più numeroso.”

Sulla conferma di Tudor all’Udinese: “È la scelta più saggia; l’allenatore deve saper gestire le situazioni e lo spogliatoio. Anche l’anno scorso aveva salvato la squadra in un momento di difficoltà e mi aveva sorpreso il fatto che non lo avessero riconfermato.”

Sull’Udinese: “Ho seguito poco i bianconeri quest’anno; per la costruzione di una buona squadra occorre un buon portiere, un buon difensore, un giocatore a centrocampo che crei gioco e una grande punta. Il ruolo più importante è quello del centrocampista perché può far giocare bene i compagni di reparto; determinati giocatori rendono di più se giocano vicino a qualcuno che gli dà i tempi.”

Sezione: Esclusive / Data: Lun 03 giugno 2019 alle 19:12
Autore: Nicola Santarossa
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