Domenica andrà in scena al Friuli il match tra Udinese e Sampdoria. Le due squadre stanno attraversando un momento difficile e quindi la sfida si preannuncia particolarmente delicata. E chi può commentare questa partita meglio di Luigi Turci? Il cremonese è stato il portiere dell’Udinese tra il 1996 ed il 2002, diventando protagonista di un periodo magico per i friulani; dopo l’esperienza con i bianconeri, ha accettato di difendere la porta della Sampdoria, contribuendo a riportare in Serie A i blucerchiati dopo quattro anni di categoria cadetta. Il doppio ex di questa sfida della tredicesima giornata ha concesso con grande disponibilità un’intervista ai microfoni di TuttoUdinese.
Quali impressioni Le ha fatto l’Udinese di questo avvio di stagione? “Più che le impressioni, contano i numeri e guardo a quelli. Ognuno ha la sua impressione e ogni impressione è rispettabile. Tuttavia i numeri dicono che l’Udinese ha 12 punti dopo altrettante partite, 15 gol subìti e 10 fatti ed è leggermente sopra la zona retrocessione. Si ha l’impressione di una squadra che è in difficoltà da quando si è infortunato Duvan Zapata, che era determinante per Colantuono. La mia idea da esterno è che l’Udinese non abbia una sua identità. Non posso dare consigli ed è troppo facile parlare. Però se prendo l’Atalanta di Colantuono, vedo una squadra solida, aggressiva e molto concreta. Faccio fatica a vedere una cosa del genere ora. Non conosco le motivazioni. Commentando i numeri si vede che c’è sicuramente qualche problema. Il rapporto tra gol fatti e gol subìti è sbilanciato. Inoltre i numeri indicano che si subisce il 30% dei gol che si realizzano.Staff e società che sono competenti devono risolvere questo problema”.
Che tipo di partita si aspetta di vedere domenica al Friuli? “L’Udinese, giocando in casa, farà di tutto per portare a casa punti, cercando di rischiare il meno possibile. Dall’altra parte c’è una squadra come la Sampdoria, che con Eder, Muriel e Soriano può far male a qualsiasi difesa avversaria. E poi c’è da considerare anche il cambio di allenatore operato dai blucerchiati, con la dirigenza che ha preferito affidare la guida a Vincenzo Montella al posto di Walter Zenga. È un’arma a doppio taglio, che potrebbe portare risultati. Bisogna vedere se porterà i risultati sperati in breve tempo. La Sampdoria resta una squadra di tutto rispetto. L’Udinese dev’essere sé stessa anche se ci sono difficoltà oggettive. Zapata ha influito su questo momento perché per via delle sue caratteristiche fisiche e tecniche è diventato un perno ed un riferimento dell’attacco”.
Da doppio ex quali sono stati i ricordi più belli con entrambe le squadre? “Per quanto riguarda l’Udinese, ho avuto la fortuna di vivere in un gruppo che ha fatto la storia della società. Raggiungere la qualificazione alla Coppa UEFA e ripetersi nei successivi quattro anni sono state grandi emozioni. Siamo arrivati terzi in campionato, il miglior risultato della storia dell’Udinese. Non abbiamo fatto la Champions League ma solamente perché allora andavano solamente le prime due squadre in campionato. Sono ricordi indelebili. La prima volta in Coppa UEFA a livello emozionale rimane impressa. Con la Samp ho avuto la possibilità di vivere un momento particolare. I blucerchiati erano in Serie B da diverse stagioni. Poi Garrone prese la società e fece la squadra per tornare nella massima categoria. Negli anni successivi prima raggiungemmo la salvezza e poi arrivammo in Coppa UEFA. Furono altre grandi emozioni. Ho avuto la fortuna di scrivere pagine importanti di questo club. Festeggiare promozione con 80.000 persone fu qualcosa di unico”.
Se dovesse prestare un giocatore della “Sua” Udinese alla formazione attuale, quale nome farebbe? “Sicuramente Oliver Bierhoff. Va detto che ho avuto la fortuna di giocare con campioni veri, come Helveg, Calori, Bertotto, Amoroso, Iaquinta e sicuramente starò trascurando qualcuno. Scelgo Bierhoff visto che uno dei problemi dell’Udinese odierna è segnare. Noi eravamo davvero una grande squadra. Con Zaccheroni lanciammo in Italia il 4-3-3 che nessuno usava. Raggiungemmo risultati insperati. Col tempo ci siamo confermati. Un giocatore del genere darebbe comodo”.
E c’è qualche giocatore che avrebbe fatto comodo all’Udinese in cui ha militato? “Beh sicuramente Antonio Di Natale, che, nonostante l’età, è ancora determinante ed ha una classe incredibile”.
Da ex portiere, qual è il Suo giudizio sulle prestazioni di Orestis Karnezis e sul caso Scuffet? “Karnezis è sicuramente uno dei migliori portieri in Italia. È affidabile e solido, molto motivato. È stato preferito da Stramaccioni dopo il mondiale disputato con la Grecia. In Brasile fece un ottimo torneo. La riconferma c’è stata quest’anno. È sempre stato costante. Per quanto riguarda Scuffet, credo non si possa dire che si è perso, ma che ha bruciato le tappe prima. Ci si aspettava uno sviluppo diverso ma vista l’età sta facendo semplicemente il suo percorso. Ora sta giocando con continuità. Quando fu buttato nella mischia in un match delicato contro il Bologna, l’Udinese vinse lo scontro diretto 2-0. Fece tutte le partite e fece scalpore. L’anno successivo c’è stato il caso dell’offerta dell’Atletico Madrid, che lui ha rifiutato con le sue buone ragioni. Quella appena trascorsa è stata un’annata strettamente personale scarsa di soddisfazioni. Ha bruciato talmente tante tappe che forse ci siamo aspettati troppo da lui”.
Dove può arrivare questa Udinese? “Credo di poter affermare con certezza che la società andrà sul mercato a gennaio per rinforzare i reparti, in particolare tra questi l’attacco, visto l’infortunio di Zapata e l’età non più giovane di Di Natale. Vedere questa Udinese al di sopra della zona salvezza è difficile. Tuttavia il calcio è strano. Basti pensare che, quando centrammo la Coppa UEFA , al termine del girone d’andata eravamo quint’ultimi a pochi punti dalla zona retrocessione. Poi rimontammo grazie ad un ritorno incredibile. Insomma, nel calcio non si sa mai”.
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