Parafrasando Boskov potremmo tranquillamente dire che “partita decisiva è quando società dice”. Ci si avvicina al match di domenica come se tutto l’ambiente facesse piccoli passi su un trampolino, alle olimpiadi, trattenendo il fiato. Ci si tufferà di sicuro, cosa succederà poi non è dato sapere.

La società ha proseguito nel suo silenzio riguardo le notizie di un Colantuono in bilico, mentre non si è mai zittita di fronte alle notizie di futuri partenti. Dubito che sia un modo per motivare i giocatori. Pare invece che il marketing vero, a Udine, sia fatto dai dirigenti del settore tecnico, più che dai responsabili preposti. E’ strano come un allenatore che ha ottenuto 9 punti nelle ultime 7 partite, pur privo della punta titolare (quello da 3 gol in 6 partite) possa essere in bilico, tanto più dopo la partita di Napoli, ma il calcio è spesso illogico. La società difendeva l’allenatore dopo quattro sconfitte consecutive, ora preferisce parlare dei giocatori in odor di partenza. L'eventuale conferma per Colantuono arriverà sul campo, e passerà, probabilmente, da quei giocatori che pare non lo abbiamo troppo in simpatia. Prima Thereau, che non esultò a Verona dopo aver segnato il gol del pareggio, e poi Di Natale che prima pare aver litigato con il tecnico romano, poi ne ha decantato le "lodi" (non il registea) in un’intervista per calmare gli animi di un ambiente che potremmo definire scoppiettante.

Cosa abbia fatto la società per sedare e ricomporre la situazione non ci è dato sapere, nemmeno se ha fatto realmente qualcosa. Sappiamo invece che domenica potrebbe essere la prima da titolare, quest’anno, per il giovane Aguirre, tanta voglia e (finora) poca mira. Se l’attaccante dovesse sbloccarsi potrebbe essere per lui l’inizio di un campionato importante, nonché per la società una piccola (nuova) vittoria dello scouting. Se invece non avvenisse, un Udinese brava dietro ma poco cattiva davanti vedrebbe le sue fortune dipendere (ancora una volta) dal suo giocatore più forte, Totò Di Natale. Il duo d’attacco Thereau Di Natale vorrà salvare Colantuono? Perché pare che ultimamente non si siano impegnati molto, nei movimenti tipici d’attacco. Ovvio che due personalità così non sono facili da integrare, ma se penseranno prima al bene della maglia che alle dinamiche o meno di spogliatoio, allora l’Udinese può vincere la partita. Lo ha dimostrato contro il Sassuolo. Questa volta basta metterla dentro.

Ed un pareggio, costituirebbe una prova superata o fallita? A sentire le voci intorno alla squadra, ma anche la stessa intervista rilasciata dal mister, no. Pare che la partita di domenica sia decisiva, e quindi o dentro o fuori. Rimane il fatto che un pareggio permetterebbe di muovere la classifica, bloccare l’emorragia di punti regalati in casa e darebbe quella costanza nei risultati che è necessaria per salvarsi. Ma in società è questo che interessa? La costanza nei risultati e nelle prestazioni? Attivarsi sul mercato di gennaio per coprire quello che pare un deficit oggettivo in avanti? Si vocifera di un Zaza in bianconero furlan, si vocifera di una possibile partenza di Di Natale verso Empoli. Nel calcio tutto è possibile e la riconoscenza rimane fuori dal rettangolo verde (per fortuna o purtroppo… ci sarebbe da parlarne). Certo che la cosa migliore, per tutti i tifosi friulani, sarebbe vedere il Totò nazionale giocare una delle sue partite (titolare o subentrato non conta) e portare alla vittoria l’Udinese. E’ lui che sta mancando quest’anno, in questo momento della stagione. E’ lui che tutta la tifoseria vorrebbe vedere in gol, correre ancora una volta sotto la curva. Per l’Udinese; non per se stesso, non per i dirigenti intervistati alle radio, non per i compagni perennemente sul mercato o per Colantuono, ma solo per l’Udinese.

Se Colantuono siederà ancora sulla panchina dell'Udinese lo vedremo lunedì. Personalmente, spero di sì. Fa strano però che a Udine paghino sempre gli allenatori e non i dirigenti...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 19 novembre 2015 alle 18:57
Autore: Giacomo Treppo
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