L'Udinese esce dall'Olimpico di Roma con un amaro in bocca dato da una direzione arbitrale disastrosa (specie per la scelta infelice del guardalinee di convalidare un gol irregolare a occhio nudo) e da una panchina, messa titolare, che non è adatta alla serie A. Ma quello che si evince da una partita del genere è la cinica, pragmatica constatazione di fatto che il calcio non si vince ai voti. Le tre partite più spettacolari dell'Udinese, e cioè quelle contro Palermo, Fiorentina e Inter, si sono concluse con un passivo di 8.0 a favore degli avversari. Le partite esteticamente meno belle, ma sicuramente tatticamente più disciplinate, hanno portato alla classifica zebrata una media punti da Europa sicura.

L'Udinese di Coppa Italia è colpevole, certo. La colpa va ascritta a Colantuono e alla società, rei di aver schierato una formazione non all'altezza dell'impegno. Udinese è solo spettacolo? Stadio tutto esaurito per le partite contro l'Inter o il Milan dove si vedono più tifosi avversari che furlan (c'è una bella differenza tra friulani e furlan...)?

Domenica affrontiamo il Torino fuori casa, partita difficile, certo, ma non decisiva. Nemmeno lontanamente decisiva. Eppure, in Coppa Italia abbiamo assistito a un turnover che sembrava l'equivalente di ammainare bandiera bianca. Perché a Udine non è possibile fare turnover e presentare comunque una squadra se non importante, quanto meno presentabile? Guilherme, Marquihno, Perica, Evangelista... non sono al momento, o non sono più, giocatori da serie A. Chi per motivi di età, chi per mezzi tecnici.

Dove sono i giovani Sanchez, Isla, Asamoah, Inler, Benatia, Jorgensen, Appiah, Bachini, Gianichedda, Bertotto, Iaquinta e chi più ne ha più ne metta? Inutile rispondere: Faraoni e Verre giocano (benissimo) in serie B, Nico Lopez è stato parcheggiato a Granada dopo aver mostrato una graduale e costante crescita in quel di Verona, Zielinsky fa giocate nell'Empoli. Della serata di salva Meret, bravissimo, Pasquale e Danilo che hanno dovuto fare gli straordinari sulle mancate coperture di Ali Adnan ed il centrocampo bianconero, Iturra che sopperisce ai pochi(ssimi) mezzi tecnici con una voglia e un'aggressività lodevole, diventerà un idolo silenzioso della tifoseria se continua così. Il resto è noia, come cantava il Califfo di noialtri...

Ma nonostante una partita giocata male, l'Udinese è più fruttuosa quando gioca coperta, quando mira al contropiede (almeno due sprecati malamente da Perica). Se oggi avessimo avuto la formazione titolare, avremmo passato il turno. L'Udinese spettacolare, a livello estetico, ha perso le ultime partite; l'Udinese tatticamente perfetta, nelle partite prima, ha portato a casa risultati da Europa che conta. Non sembra difficile capire qual'è la giusta strada. Tanto più considerando che per fare un “bel gioco” devi avere anche la panchina adatta. La squadra bianconera non ce l'ha, poco da fare...

E a Torino? Torino sarà l'ennesima tappa di un campionato mediocre, che non ci porterà in Europa e non ci vedrà retrocedere. Sarà l'ennesima partita sacrificata per un bene minore, quando si doveva puntare su ben altro obiettivo (ricordate Novara prima della Europa League?). A Torino possiamo andare a far vedere un calcio bellissimo, e perdere di sicuro, o a far vedere una squadra con la S maiuscola, e fare un gioco esteticamente non bellissimo ma produttivo. Questa società sa cosa vuole? La guida tecnica dell'Udinese sa cosa vuole? Quali sono gli obbiettivi che si prefigge? I tifosi se lo chiedono.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 17 dicembre 2015 alle 19:05
Autore: Giacomo Treppo
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