Se in terra c'è un inferno l'Udinese lo troverà nel giro di tre settimane. Tre i demoni spaventosi da affrontare, Fiorentia, Juventus, Napoli che potrebbero gettare i bianconeri nel girone peggiore che si sia: quello dei dannati che lottano per non retrocedere, per non scomparire dissolvendosi dal calcio che conta. 

Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. In poche parole subirne tutte le pene, senza reagire, passivi al destino che questo campionato sembra averci dato, sperando che qualche apparizione divina ci salvi, in tutti i sensi. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. Dare cioè stimoli a sè stessi e ad una stagione che di positivo ha ben poco. Trovare chi tra le nostra fila ci guidi combattendo alla battaglia. Si, perché questi demoni fanno paura, ma possono essere sconfitti.

Tre gare quindi in cui ribaltere le sorti. Cominciando già da domenica, contro la "Viola", squadra con in questi anni al Friuli abbiamo sempre avuto un bilancio positivo. Ok, sarà forte, ma non bisogna temere nessuno. Il Friuli, la nostra fortezza, deve essere inespugnabile, davanti a questo attacco. Le sue mura devono reggere forti ed il suo contrattacco potente. I nostri migliori paladini, da Muriel a Di Natale, devono spezzare questo incubo. Non ci si può tirare indietro alla battaglia, guai gettare le armi ed arrendersi. Perché per i vili e gl'increduli, gli abietti, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo.

Per ora noi siamo all'Inferno, e la sola scelta che abbiamo è tra essere i dannati che vengono tormentati o i diavoli addetti al loro supplizio. 

 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 23 novembre 2013 alle 08:09
Autore: Stefano Pontoni
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