Sono passati giorni, ma la sconfitta contro il Bologna brucia ancora, come una ferita aperta. Forse perché a far male non è stata una partita persa in casa su ennesimo errore difensivo e gol sbagliati davanti alla porta. Forse, quello che fa male davvero, è il ripetersi di un incubo visto già la passata stagione.

Allora, i punti nelle prime giornate di ritorno erano stati quattro. Quest’anno si è fatto addirittura peggio, con tre. Cosa hanno Colantuono e Stramaccioni in comune? Poco o nulla… Si pensava che l’esperienza di un timoniere già avvezzo ai campi di serie A avrebbe potuto raddrizzare una squadra preda di black out, depressioni e, forse, poca voglia di sudare la maglietta. Così non è stato.

I numeri sono impietosi. Il primo anno “senza” Di Natale tutti i problemi tecnici della squadra vengono fuori: l’attacco della squadra bianconera è l’ultimo della serie A. Eppure può annoverare, oltre al napoletano, Thereau, Zapata, Matos e Perica: giocatori che non cambierei con altri reparti offensivi ben più prolifici. La classifica del girone di ritorno ci vede penultimi pari al Sassuolo, un punto in più della Sampdoria in caduta libera. Due meno del Carpi, quattro meno del Frosinone ed addirittura del Verona. Ma è guardando le classifiche casa/trasferta che capiamo il nocciolo della questione: penultimi in seria A per il rendimento casalingo e a metà classifica per il rendimento esterno.

La partita contro il Genoa diventa determinante? Lo sarà nella stessa misura in cui erano determinanti Carpi (fallita) Palermo (fallita), Lazio (pareggiata) e Bologna (fallita). Come l’anno scorso, pare che il problema siano i punti contro le squadre di bassa classifica: contro le ultime sei abbiamo totalizzato 8 punti in 7 partite. La fotocopia dell’anno scorso, la poca voglia di combattere quando non ci si può mettere in mostra. E il Genoa, la prossima avversaria, è in quelle sei squadre “maledette”.

L’Udinese di quest’anno è figlia dello stesso padre e della stessa madre di quella dell’anno scorso e di quella dell’ultimo anno di Guidolin. Se a leggere i nomi della rosa pare impossibile pensare a una retrocessione, è pur vero che l’amalgama manca, e non potrebbe essere diversamente. La rosa bianconera ha subito tre mercati, tre rivoluzioni. La prima, con il cambio dell’allenatore, la cessione di Allan e l’acquisto di Zapata (oltre al passare del tempo per la vera punta di diamante degli ultimi anni, Di Natale). Pronti via e quattro sconfitte di fila, perché Iturra non è un regista e Guilherme è rotto (e non è all'altezza della seria A...). Allora avviene la seconda rivoluzione: dentro Lodi e Felipe e finalmente la barca si raddrizza. Seguono 21 punti in 12 partite, una media da Europa. E poi gennaio… a gennaio l’Udinese si è persa e la società è corsa ai ripari (per la seconda volta) con cinque nuovi acquisti. Domenica in campo ce n’erano quattro, tutti titolari. Impossibile aspettarsi azioni manovrate, ma nemmeno lo scempio di gol sbagliati e l’ennesimo erroraccio in difesa, a destra come contro il Milan.

Cosa ci aspetta? Ho fatto una piccola ricerca, l’anno scorso il Chievo si è salvato con il peggiore attacco di Serie A perché in panchina c'era un allenatore troppe volte sottovalutato, ma molto bravo (Maran); solitamente, però, chi non segna retrocede. Questa Udinese con un Di Natale e un Allan in meno, ma con fior fiore di acquisti, ha meno punti di quella di Stramaccioni. Colantuono pare sempre convinto, ma alcuni giocatori determinanti sembrano avere una flessione vistosa. Dare la colpa al timoniere di una nave che cambia in continuazione mozzi e marinai è, a mio parere, insensato. Sarebbe più sensato dare la colpa a chi gli ha messo in mano questa Babele. Ma ora l'allenatore romano deve mettere a disposizione tutta la sua esperienza. Deve cercare nello spogliatoio la cattiveria dell’andata, deve ritrovare nel campo la forma fisica di tutti gli elementi.

Genoa ci dirà chi siamo? Ma come, non lo sappiamo già? Mettersi le mani davanti agli occhi ormai è inutile, non ci resta che aspettare e tifare. Ricordando che Genoa rappresentò l'ultima bella partita con Strama in panchina, dopo di che il nulla. Sarebbe bello ripartire da lì e cambiare rotta, per riportare la nave in porto...

Sezione: Editoriale / Data: Mer 17 febbraio 2016 alle 08:00
Autore: Giacomo Treppo
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