Udinese fucina di talenti, Udinese supermecato, Udinese abbassa ranking:  in questi anni la squadra friulana è stata associata ad epiteti più o meno gentili che possono essere più o meno condivisi da parte dei tifosi.

Partendo dal primo di questi indubbiamente la compagine della famiglia Pozzo ha portato alla ribalta del calcio europeo parecchi giovani completamente sconosciuti (vedasi tra questi Amoroso, Pizarro e Sanchez) e diventati in poco tempi campioni o quasi. Ma c è anche il risvolto negativo della medaglia: ovvero coloro che a Udine si sono affermati ma poi altrove non hanno raccolto altrettante fortune (lampanti i casi dello stesso Amoroso ma anche dei vari D'Agostino, Isla e Inler), tutto questo a conferma del fatto che l'ambiente bianconero e la competenza di chi lo dirige spesso e volentieri hanno sancito la differenza.

Ma la cosa sorprendente di questa piccola ma grande società è sempre stata la capacità di anticipare i top team europei proprio nello scoprire i suddetti giovani talenti, con l'ormai celeberrima stanza dove i competenti talent scout si cimentavano in un lavoro di osservazione e supervisione di filmati provenienti da i campi più sperduti del globo, ovviamente senza dimenticare coloro che venivano mandati a visionare le manifestazioni continentali e mondiali riservate ai futuri talenti. 

Tuttavia mentre nel passato la maggior parte dei talenti acquistati, salvo qualche raro caso (vedasi i tanto promettenti quanto deludenti Louhapessy, Gaarde e Emam), avevano un impatto positivo, o quantomeno dignitoso, con il campionato italiano, ora appare evidente che i giovani promettenti faticano sempre maggiormente ad inserirsi.

Tantissimi i presunti talenti che negli ultimi anni hanno fallito, o quanto meno sono stati rimandati, una volta acquistati dalla società friulana: impossibile non citare il caso del romeno Gabriel Torje, giunto a Udine con il soprannome abbastanza impegnativo di "Messi dei Carpazi" , finito per presto nel dimenticatoio, forse schiacciato dall'eredità comunque pesante di Alexis Sanchez, e dirottato prima nella "Caliente" (si fa per dire) Granada e ora nella nebbiosa Germania. Da non tralasciare anche i casi Doubai, il quale avrebbe dovuto essere il sostituto dello svizzero Inler, ma che nonostante qualche incoraggiante prestazione nelle amichevoli estive apparve sempre alquanto disorientato e inadeguato al nostro campionato, Ekstrand (che a parte una buona prestazione nell'andata del preliminare d'andata contro l'Arsenal non fu mai abbastanza convincente per sostituire il partente Zapata) e Neuton.

Anche gli acquisti delle ultime sessioni sessioni di mercato hanno faticato o tutt'ora faticano ad integrarsi negli schemi: infatti solo l'argentino Pereyra e i brasiliani Allan e Gabriel Silva sono riusciti a ritagliarsi un posto importante all'interno della squadra e notevole visibilità, anche se il loro rendimento appare ancora abbastanza discontinuo, sintomo che evidentemente qualche problemino di fondo nell'ambiente ci sia, anche perchè il vero punto di forza della squadra bianconera è sempre stato il continuo ricambio generazionale, avendo già pronti giovani in grado di non far rimpiangere quelli affermati salpati verso altri lidi.

In quest'ultima stagione pare che questo perfetto meccanismo abbia avuto una sorta di intoppo, con una sola cessione importante, ovvero quella di Benatia, e l'arrivo dei soliti giovani che tuttavia faticano incredibilmente a ritagliarsi anche il minimo spazio. Anche giocatori come Zielinski che ha sulle sue tracce squadre importanti non riescono a giocare con continuità. Singolari i casi di Widmer e Lopez che appena giunti ad Udine potrebbero essere gia pronti per fare le valigie: per lo svizzero si parla di un forte interessamento della Lazio mentre per l'uruguaiano si vocifero di una clamorosa proposta recapitata al Napoli. Tutto ciò porta a riflettere sul fatto che forse i ragazzi che giungono qui non vedono più Udine come una rampa di lancio (condizione per cui permetteva a loro di dare sempre il massimo per emergere) ma una nave da cui sfuggire al più presto. 

Indubbiamente appare palese che la qualità dei nuovi innesti non è forse paragonabile alla qualità di quelli che venivano inseriti anni orsono, anche a causa della concorrenza spietata sul mercato giovanile operata dai top club, ma che forse anche chi dovrebbe inserire adeguatamente i suddetti talenti sta operando un pò meno bene, dalla società passando per il tecnico. Nessuna condanna ovviamente, ma i recenti problemi dell'Udinese potrebbero radicarsi anche nell'aver snaturato se stessa e la propria politca che da anni la manteneva ai vertici del campionato del "Bel Paese".

Sezione: Editoriale / Data: Ven 06 dicembre 2013 alle 21:00
Autore: Andrea Bonatti
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