Doveva essere un'Udinese piena di rabbia, determinata a vendicare il torto subito a San Siro a spese del primo malcapitato: la furia dei bianconeri è durata appena una decina di minuti, ma tanto è bastato per aggiudicarsi i tre punti in palio e rispedire a casa un modesto Torino, compatto ma troppo leggero in fase offensiva. Nell'undici di partenza spazio a Maicosuel, preferito a un Luis Muriel reduce dall'amichevole oltreoceano con la nazionale colombiana; al brasiliano il compito di agire alle spalle di Di Natale e accorciare le distanze tra centrocampo e attacco, punto critico nel gioco friulano.

Partenza sostenuta per gli uomini di Guidolin, con due buone occasioni non concretizzate da Pinzi - presenza numero 300 per il gladiatore bianconero, ormai un idolo a Nordest - e Di Natale. Proprio dal sinistro del capitano nasce l'azione del vantaggio: il suo gran tiro da fuori area mette in difficoltà Gillet, che non trattiene e consegna il pallone dritto tra i piedi di Pereyra, al suo terzo centro stagionale. Il gol siglato al 7' dal Tucuman sveglia la squadra di Ventura e ristabilisce un certo equilibrio nell'inerzia della gara, non bella a dirla tutta perché troppo bloccata a centrocampo: se da un lato l'Udinese punta tutto sulle ripartenze, sull'altro fronte il Torino fatica a trovare varchi in avanti, con l'ex Barreto piuttosto avulso dal gioco e incapace di suscitare il benché minimo rimpianto in Guidolin. Le azioni migliori arrivano invece dal versante destro, dove Cerci è libero di svariare e creare gioco: Pasquale soffre un po' il doppio impegno in fase di spinta e di ripiegamento, si fa saltare spesso e volentieri uscendo alla fine sconfitto nel suo duello personale con l'ex viola. Le poche azioni veramente interessanti dell'Udinese ruotano attorno a Maicosuel, come al solito lezioso e timido in prossimità del traguardo; prima un contropiede gettato alle ortiche, poi una macroscopica palla-gol divorata macchiano una prestazione che altrimenti sarebbe stata apprezzabile, specie se confrontata con le sue ultime apparizioni: al 36', tutto solo davanti a Gillet, centra il palo con un sinistro potente ma di fattura non impeccabile. Le aspettative nei confronti di O'Mago forse erano eccessive, ma fin qui il suo apporto è talmente esile da mettere in dubbio la serietà del suo soprannome.
Il primo tempo non regala altre emozioni, se non qualche manovra insistita in area granata da parte dei friulani - tanto fumo e nulla più.

Nella ripresa è il Torino a farsi preferire: abbastanza prevedibilmente la formazione piemontese prende in mano il gioco, guidata dall'intraprendente Cerci - migliore in campo a nostro avviso. Sua la chance più evidente: al 59' un suo sinistro da posizione decentrata fa tremare la Nord, Padelli è messo fuori causa da un muro di compagni che gli impedisce di vedere partire il tiro, ma alla sue spalle è la traversa a salvare il risultato. I bianconeri potrebbero rispondere e chiudere i giochi pochi minuti più tardi, al 65', quando Di Natale sembra poter firmare il suo gol numero 150 in A con un'azione protetta da copyright: l'attaccante accelera sulla destra, dove viene pescato dall'inesauribile Pinzi e conclude con un destro di mezzo esterno sul palo lungo. Palla fuori di qualche centimetro e festeggiamenti rimandati a Genova, se Dio vuole.

Il forcing finale del Torino non produce grandi occasioni, le ripartenze dell'Udinese ancora meno, gli unici sussulti sono quelli di Ventura, contrariato per le decisioni arbitrali e allontanato dal campo: il tecnico granata in due occasioni ha invocato il calcio di rigore, probabilmente non aveva tutti i torti.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 11 febbraio 2013 alle 09:01
Autore: Federica Zille
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