E così l’Udinese finisce l’anno con una partita emozionante, quasi eroica (se il calcio fosse fatto di eroi…). Quello che colpisce però è la schizofrenia del rendimento, del carattere e della personalità di questa squadra.

Dopo un inizio di campionato catastrofico (quattro sconfitte consecutive quasi tutte facilmente evitabili), ecco che l’Udinese aveva inanellato una serie degna di una squadra che ambisce all’Europa, pur senza l’attaccante titolare Zapata. Poi di nuovo negli inferi, con due partite pazzesche contro Fiorentina e Inter; lo smacco di Coppa Italia e quindi l’eroica prestazione di Torino.

Perché pare che in panchina sieda un uomo con due personalità, entrambe di bravi allenatori, entrambe di leader, ma non molto in comunicazione fra di loro. Il dottor Jekill (o JeCol?) mette la squadra in campo come pochi allenatori sanno fare. La tattica è una sua arma, così come lo era stata per Guidolin pochi anni fa. Pressing alto ma non troppo, fasce chiuse e difesa che stringe le maglie facendo scalare anche le mezzali sull’esterno, se è necessario. Sono sue le vittorie, tutte per 1.0, contro Juventus, Frosinone, Sampdoria e ieri a Torino sponda granata. Sono suoi i buoni pareggi contro Verona, Genoa e Sassuolo (sì, è molto meglio pareggiare certe partite che perderle, come accadeva negli anni scorsi). Mister Hyde invece è tipicamente zemaniano, pressa alta la squadra avversaria e punta sul calcio spettacolo: Palermo, Fiorentina e Inter.

Ieri abbiamo assistito a 20 minuti iniziali da Mister Hyde, per poi notare una metamorfosi al più mite e saggio Dottor JeCol. Dopo la parata di Karnezis che pareggiava il gesto tecnico del dirimpettaio Padelli, ecco che l’Udinese ha leggermente arretrato il baricentro, calibrando così la propria posizione in campo. Questo non ha certo frenato la verve offensiva della squadra bianconera, spesso castrata dalla giovane età di un Perica, giusto alter ego di Di Natale nei polmoni, ma purtroppo anche nei piedi. Poi si è tolto una bella soddisfazione, trafiggendo l’estremo difensore avversario e firmando la vittoria fuori casa. Si sa, chi segna ha sempre ragione!

La domanda che ci si pone è: quando crescerà l’Udinese? E’ forse possibile che una delle migliori difese (fasi difensive) di seria A abbia, ai numeri, uno score di gol subiti da retrocessione? Fra Milan, Fiorentina e Inter, i bianconeri hanno subito 10 gol in tre partite. Di tutti o quasi abbiamo ricordi tragi-comici. Di sicuro la società non ha aiutato il tecnico romano: l’Udinese soffre una panchina che non è al livello dei titolari, e questo non aiuta la crescita della squadra. Ricordate l’anno del quinto posto con Guidolin? Per quasi tutto il girone di andata la casella degli infortunati annoverava più nomi di quelli che conta oggi. Eppure si chiuse il girone invernale nella parte sinistra (quella che conta) della classifica. Perché? Semplice, programmazione, continuità nella guida tecnica (cose che sono mancate negli ultimi due anni) e specialmente una panchina fatta di pochi esperti e molti giovani volenterosi (e di buone speranze…).

Oggi non è più così. E questo modo di agire ha portato a non pochi punti persi lungo la strada. Chissà dove sarebbe ora l’Udinese se non si fossero infortunati Guilherme e Merkel e non si fosse corsi ai ripari con l’acquisto di Lodi… Chissà dove sarebbe l’Udinese se il regista napoletano fosse stato disponibile contro Palermo ed Empoli, e la panchina fosse piena di quei giovani volenterosi che hanno sempre portato fortune a questa squadra.

Fra pochi giorni inizia il mercato d’inverno: l’Udinese ha segnato gli stessi gol del Carpi spacciato ed ha incassato un gol in più del Genoa in caduta libera, eppure naviga in acque tranquille grazie al Dottor JeCol…. Meditate gente, meditate!

Sezione: Editoriale / Data: Lun 21 dicembre 2015 alle 20:00
Autore: Giacomo Treppo
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