Ennesima partita "da ufficio indagini" per l'Udinese. Lo metto fra virgolette perché, sia ben chiaro, non penso che l'Udinese venda le partite. Ma credo che l'accostamento a determinati "crimini morali" sia ormai il confronto più prossimo allo scempio continuo che si vede, domenica dopo domenica, in campo. Questa è la verità. Possiamo tranquillamente smettere di vivere sotto una campana di vetro. Ai giocatori dell'Udinese non interessa nulla dell'Udinese. Non interessa a chi sbaglia i cross, a chi sbaglia gol da solo davanti alla porta o a chi procura rigori impensabili per una partita di serie A. Non interessa a chi gioca per 75 minuti nella propria metà campo per svegliarsi solo negli ultimi 15 minuti. Non interessa a chi sbaglia per l'ennesima volta il rigore decisivo.

Il Re è morto, non c'è più. Totò Di Natale, a mio modesto avviso il più grande campione che abbiamo avuto a Udine, sancisce che la sua epoca è finita sbagliando un gol da solo al centro dell'area (palla fra le mani di Perin) e sbagliando un rigore decisivo. E l'orgoglio? e l'onore? in società non lo hanno, lo hanno i tifosi. Viviamo tempi strani, le qualità morali che dovrebbero selezionare i competenti sono presenti nella base e non nel vertice della società.

Parlare di dimissioni è obbligato. Deve dare le dimissioni Colantuono, perché la squadra non lo segue più, anzi... ormai il dubbio che giochi contro sta diventando una mezza certezza. Che sia colpa sua, di una cricca di giocatori o di chi gli sta sopra, poco conta, la sua storia a Udine è finita. La terza stagione fallimentare sancisce che l'allenatore ha poche colpe, ma all'Udinese serve un timoniere che venga ascoltato. E deve dimettersi Giarretta, la sua gestione da DS è stata un'ecatombe, una tragedia, un anno peggiore dell'altro. Un direttore sportivo che non sa se fare un ritiro o meno, che non sa tenere lo spogliatoio, che rilascia interviste di mercato qua e là nei momenti più delicati... qua a Udine non serve. Noi tifosi non lo vogliamo. Sfido chiunque a sostenere il contrario. E bisogna assumere, assumere gente con gli attributi e le competenze. Che la società non esiste più da tre anni, dalle serate in discoteca di Muriel e Pereyra fra due partite importanti ravvicinate. Manca la disciplina, manca la competenza, manca la qualità. In società e in campo.

C'è una classifica su Wikipedia, magari non precisa come quelle di siti specializzati, ma comunque importante: è quella degli assist-man. Ebbene, non c'è nessun giocatore dell'Udinese; ebbene, ancora peggio, non c'è nessun centrocampista dell'Udinese. I giocatori vengono mandati al Granada anche se dell'Udinese, poi vengono venduti a poco a Londra. In mezzo a questo business economico fiscale l'Udinese muore, stona anche il suo canto del cigno.

L'Udinese semplicemente non esiste. Non esisteva già l'anno scorso con Stramaccioni, è addirittura peggio quest'anno. Qua in terra friulana non si era abituati a giocare solo un girone. Lo ripeto, i tifosi si aspettano dimissioni importanti. Anzi no, non importanti, perché chi se ne deve andare non è più importante per l'Udinese. Ormai tutti, anche i senatori che professano amore eterno, pare si siano scordati che l'Udinese è primariamente del Friuli, e non loro.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 21 febbraio 2016 alle 17:25
Autore: Giacomo Treppo
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