Due partite e quattro gol presi, almeno due dei quali con errori individuali gravi. Una squadra che smette di lottare, che si specchia e si imbelletta invece di chiudere la partita quando ne ha l'occasione. Ma molto di più: se non giochi a due punte contro il Bologna, terzultima con al metà dei tuoi punti, quando mai le schiererai?

La sconfitta di oggi è una disfatta su tutti i fronti. E' segno che non sappiamo crescere, e non sto parlando di maturità, ma di semplicissima attenzione. Se contro la Lazio hai commesso errori difensivi ingenui, basta non ripeterli contro il Bologna e il risultato è assicurato. Se poi il caldo del mezzogiorno può farti finire la partita sulle gambe, almeno un pareggio lo porti a casa. Ma una sconfitta in questo modo è qualcosa che ricorda la serie infinita di Oddo.

Con una piccola differenza. Oddo non aveva attaccanti, l'Udinese ne ha tre e ne lascia due in panchina per mettere un “libero” davanti alla difesa anche contro una squadra in crisi nera. Si poteva tranquillamente fare una staffetta a centrocampo. Si poteva anche far rifiatare De Paul, ma specialmente si poteva mettere una prima punta (Teodorczyk) a supporto di una seconda punta (Lasagna). Se affronti il Bologna come hai affrontato la Lazio gli concedi un vantaggio. Mettere il polacco di fianco a Lasagna significava poter saltare il loro centrocampo, farli correre, tenerli più bassi. Invece abbiamo corso noi, troppo, abbiamo sbagliato gol a più riprese e ci siamo fatti pareggiare per l' unica loro punta che sa segnare libera al limite dell'area di rigore.

E ringraziamo che Scuffet ha fatto due o tre parate importanti, che Santander alla fine è stato egoista, perché il risultato più giusto non sarebbe stato 2 a 1 per loro. Abbiamo concesso non so quanti tiri alla squadra che aveva il peggiore score di serie A. Penso che Velazquez abbia confuso l'equilibrio con la fase difensiva ed abbia fatto male entrambi.

Come negli ultimi anni, ora inizierà una serie di partite che ci romperà le ossa, e portare a casa anche un pareggio, oggi, sarebbe stata una boccata d'ossigeno. La prossima la avremo contro la Juventus che ieri ha dato una risposta sul famoso dilemma: conta più la squadra o l'allenatore? Se hai CR7 in una rosa già più forte dell'avversario, allora anche un Allegri può battere un Ancellotti. E noi dove vogliamo andare? Dopo affronteremo il Napoli. Usciremo da Ottobre con il morale sotto i tacchi, e specialmente c'è un dato importante da tenere a mente. L'anno scorso la salvezza era a tre punti, ora è a cinque, sempre che l'Empoli perda, ammesso e non concesso.

Quando vinci contro la terzultima fuori casa e il pubblico inizia a fischiarli, non puoi farti rimontare. E' una pazzia, non ci sono scuse, è semplice mediocrità. Ed ora? Cosa combineremo? Daremo la colpa a Scuffet che invece ha salvato quel barlume di vita (poca) vista in campo? Daremo la colpa ad una seconda punta schierata da prima e lasciata sempre sola?

Se il Bologna ha vinto, oggi, è merito nostro... perché non è il Bologna ad aver vinto, ma noi ad aver perso!

Sezione: Editoriale / Data: Dom 30 settembre 2018 alle 14:40
Autore: Giacomo Treppo
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