Se ve lo state chiedendo, la risposta è no: non sono numeri messi li a caso. È semplicemente la formazione con cui l’Udinese ha concluso la partita di ieri sera contro l’Inter (e 0, ovviamente, è il numero di attaccanti in campo). A sentire il post-partita il punto portato a casa ha reso felici un po’ tutti, da Guidolin ai vari giocatori; la realtà, però, è che non è stata una bella partita come si vuol fare credere. Di fronte c’era una squadra tutt’altro che trascendentale, ma il piano partita è stato chiaro fin da subito: “Ragazzi, difendiamoci...se poi segnamo...bè per sbaglio può capitare”. I bianconeri, personalmente, non sono piaciuti; sempre in 10 dietro la linea della palla, pronti si a ripartire ma comunque con un atteggiamento un po’ rinunciatario, come dire...frenati nell’attaccare. Il perchè non è dato saperlo, o meglio la spiegazione è sempre quella: una formazione che non cambia, 7 giocatori offensivi in rosa ma solo 1 in campo (più altri due costretti però ad intasare il centrocampo).

Il gioco dell’Udinese ormai è noioso e ripetitivo, tutt’altro che spettacolare tranne alcuni sporadici exploit. Ma veramente non si può osare un po’ di più? La salvezza ormai è cosa fatta, infatti il livello molto meno che mediocre delle squadre in fondo alla classifica farà si che la quota per la permanenza in Serie A sia inferiore ai soliti 40 punti. Non c’è praticamente più nulla da perdere, e veder giocare per lo 0-0 è qualcosa che, sinceramente, da fastidio. Soprattutto se si pensa al potenziale della squadra.

È chiaro che non tutte le stagioni possono essere uguale (come si dice, non tutte le ciambelle escono con il buco), e nello sport una stagione sottotono è un qualcosa che bisogna mettere in conto. Il problema è, e a quanto sembra lo sarà ancora a lungo, l’atteggiamento. Per la cronaca, ieri l’Inter ha finito con 4 attaccanti in campo.

Ah, se volete avere informazioni sulla comodità delle panchine italiane, potete chiedere ad alcuni giocatori friulani: nessuno vi saprà rispondere meglio!

Sezione: Editoriale / Data: Ven 28 marzo 2014 alle 14:00
Autore: Davide Gani
vedi letture
Print