La trattativa per la cessione dell’Udinese al fondo americano Guggenheim Partners, guidato dal magnate Mark Walter, sta entrando nella sua fase decisiva. Dopo settimane di colloqui, incontri riservati e rinvii, il tanto atteso closing potrebbe arrivare in settimana, probabilmente tra giovedì e venerdì a Lussemburgo, dove si formalizzerà il passaggio di proprietà. Ma restano ancora alcuni punti da chiarire, il più spinoso dei quali riguarda la gestione sportiva del club e il mercato in corso.

Il prezzo è fissato, ma c’è da sciogliere il nodo tecnico. L’accordo economico sul valore complessivo della società è stato trovato: 200 milioni di euro è la cifra che il fondo americano sarebbe pronto a versare per entrare nel mondo bianconero. Resta però da stabilire se i Pozzo manterranno una quota di minoranza, come più volte auspicato dallo stesso Gianpaolo Pozzo, o se si andrà verso la cessione del 100% delle quote. Proprio le parole del patron, intervenuto pubblicamente nei giorni scorsi, sembrano confermare che la volontà della famiglia friulana sarebbe quella di rimanere all’interno della nuova struttura, seguendo il modello Atalanta, con il fondo a maggioranza e la famiglia fondatrice ancora protagonista nella gestione sportiva.

A complicare il quadro è la situazione di mercato, che coinvolge direttamente Gino Pozzo e Gianluca Nani, attivi su più fronti per massimizzare il valore della rosa prima della possibile cessione. L’obiettivo è chiaro: cedere i tre pezzi pregiati Bijol, Solet e soprattutto Lorenzo Lucca, per una somma complessiva vicina agli 80 milioni di euro.

Le trattative per questi tre giocatori sono ben avviate – con Lucca nel mirino di Milan, Inter, Bijol seguito sia Italia che all'estero e Solet cercato in Ligue 1 e Premier League – ma è evidente che il nuovo proprietario vorrà avere voce in capitolo sulle uscite e sugli eventuali reinvestimenti.

Questo elemento rappresenta il principale nodo da sciogliere prima della firma definitiva: chi gestirà il mercato estivo dell’Udinese? Se la cessione dovesse concretizzarsi a breve, sarà necessario stabilire una strategia comune. Per questo motivo, le parti sono in contatto costante, con colloqui quotidiani per trovare una sintesi tra le esigenze economiche, tecniche e organizzative.

Nessun passo indietro, il traguardo è vicino. Malgrado i rinvii – il closing era atteso nei giorni scorsi, poi slittato – non ci sono segnali di una frenata. Nessuno tra gli attori coinvolti ha interesse a far saltare un'operazione così avanzata, che darebbe una svolta epocale alla storia del club. Il silenzio che avvolge le ultime ore è il segno della delicatezza del momento, ma anche della determinazione con cui le parti stanno portando avanti la trattativa.

Il fondo Guggenheim non è un soggetto qualsiasi: con alle spalle oltre 1.6 miliardi di dollari pronti a essere investiti nel calcio europeo, punta a costruire una vera e propria galassia di club, e l’Udinese rappresenterebbe il fiore all’occhiello del progetto, per infrastrutture, storia e potenzialità di sviluppo.

Quello che si sta vivendo in casa bianconera è un momento storico. L’era Pozzo è ormai agli ultimi capitoli. Il passaggio a una nuova proprietà potrebbe portare con sé risorse fresche, nuova visione e un rilancio a livello nazionale e internazionale. Ma tutto dipenderà dalle prossime ore, e soprattutto da quanto sapranno essere compatibili l’ambizione americana e l’eredità friulana.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 11 giugno 2025 alle 08:06
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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