Nella serata in cui il premier Conte sospende tutte le manifestazioni sportive in Lombardia e Veneto (ma il Chievo potrà giocare a Udine domani), essendo ormai (stranamente?) asseverato che l’Italia, primato in Europa, ha più contagiati di alcuni paesi asiatici; nella serata in cui Lino Lardo torna a Udine in veste di avversario, anzi di allenatore della squadra opposta all’A.P.U. (avversari mai), Ramagli trova nella profondità di panchina le forze per vincerla.

Dopo il solito inizio da -10 (5-15), Udine risale poco a poco riuscendo a limitare i danni contro un’Allianz che spara da fuori come al posto del canestro ci fosse la proverbiale vasca da bagno, segnando il 70% dei tentativi, un paio dei quali con scomposte esibizioni di Nazzareno Italiano (bravo e fortunato); l’arbitraggio (incommentabile) prima convalida, poi ripensa e annulla il buzzer beater di Nobile, quasi avessero in testa una specie di VAR umano; nel secondo quarto San Severo prova a riandare via (+7) ma si spegne su tante triple sbagliate (alla fine le squadre si equivalgono in questo fondamentale) ed errori dalla lunetta (8/17, Demps III fa sei su dieci…).

Udine vince semplicemente perché se Strautins non trova una splendida serata, se Amato gioca meglio in playmaking che come finalizzatore, se Teejay va a corrente alternata (specie nel primo tempo) per poi sciogliere misura nella ripresa, è la panca a decidere: sontuoso il califfo Gazzotti, eccellente in difesa Nobile, altrettanto Penna che vince nettamente il confronto con Antelli.

Udine vince di squadra, perché nessuno gioca da insufficienza e tanti portano numerosi mattoni alla ca(u)sa bianconera: contro la solita, aggressiva difesa lardiana, alcuni tiri da fuori e qualche penetrazione aprono la scatola. Nel secondo tempo, vinto 37-30 (perché l’OWW si addormenta negli ultimi 120 secondi) la dedizione di tutta la banda ramagliana sopperisce a qualche errore di troppo; per vincerla, San Severo avrebbe dovuto diversamente capitalizzare un bel primo quarto.

Troppa, infatti, la differenza fra i due organici: nella giornata in cui Ogide soffre tanto il tag-team Beverly-Zilli-Gazzotti (emblematica la palla rubata da Cromer) e segna otto dei sui 16 punti in garbage time, la squadra di Lardo avrebbe dovuto ricevere di più da Italiano, Saccaggi, Maspero e soprattutto Spanghero: forse un po’ d’emozione, ma Spongy (dopo i 5 punti iniziali) combina pochissimo e sciupa maldestramente sei palle in attacco. Ho visto poi un Mortellaro stanco, quasi iniziassero a sentirsi le primavere e soprattutto le botte.

In questo campionato bianconero così strano, nel quale Udine gioca con tranquillità ‘on the road’ e soffre davanti pubblico di casa, vincere tutto sommato con relativi patemi d’animo è notevole. I playoff sono quasi certi: attendendo di capire contro chi si giocherà in fase ad orologio, Udine chiude il girone regolare ad Orzinuovi, trascinata dal rimbalzista principe del girone (Mekowulu) e dal fromboliere Miles, l’anno scorso a Cagliari e nel girone d’andata all’EBK Roma. Gli orceani cercano punti salvezza, Udine la continuità.

Ha ragione Micalich: stasera emozioni all’inizio, forse alla fine ma nella gara solo concentrazione. È stato bello rivedere l’amico Lino, cui mi lega antica amicizia. Resterà, n’importe quoi. Però oggi la vittoria, che non fa grinze, mi rende altrettanto felice.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 23 febbraio 2020 alle 00:50
Autore: Franco Canciani
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