Nelle prime uscite stagionali, tra le idee di Stramaccioni c'è stata anche l'alternanza tra Zeljko Brkic e Simone Scuffet. Il tecnico bianconero è sembrato ancora indeciso su chi schierare tra il serbo e il talento di casa. Sulla questione, il Messaggero Veneto, ha contatato Luigi Turci, ex portiere dell'Udinese: "Io ripartirei con Scuffet visto che ha dato ampie garanzie ed è stato determinante nella ventina di partite che ha giocato. La scelta avrebbe senso e quindi, anche per logica, ripartire con lui è doveroso. Poi è certo che se Scuffet non dovesse garantire il rendimento atteso c’è Brkic, un portiere sicuramente importante con cui la società si è coperta".

Tuttavia il portierone serbo è apparso in difficoltà in questo precampionato e soprattutto sembra non giochi sereno…
"É chiaro che Brkic non possa sentirsi contento di fare il dodicesimo e che debba sentirsi titolare, ma se non gioca sereno è un motivo in più per recuperarlo senza fretta. La persona viene prima dell’atleta e la serenità è fondamentale per potersi esprimere".

Il problema in mano a Stramaccioni adesso sembra proprio quello di non sbagliare scelta nella gerarchia, specie in un ruolo in cui il turnover è inusuale e pericoloso. Concorda?
"Non esiste turnover nel ruolo di portiere, anzi. Statisticamente si è sempre creata un’instabilità che porta entrambi a non rendere al massimo. É importante quindi stabilire una gerarchia marcata sul titolare e a mio avviso avrebbe senso farlo anche con una dichiarazione pubblica. Poi è logico che ogni professionista deve garantire le prestazioni e che si riparte sempre da zero, ma questo vale per tutti e non solo per Scuffet".

Ma secondo lei perché Stramaccioni sembra ancora indeciso a chi affidare i galloni da titolare?
"Forse non si fida, perché Scuffet ha poche ore di volo alle spalle, come si dice in gergo, e perché non ha vissuto in prima persona a livello emotivo le partite con Scuffet, che a mio avviso è stato determinante tanto quanto Di Natale, anzi direi di più perché Di Natale è ultra navigato e le certezze le ha sempre date, mentre tutta la sicurezza che ha poi dato Simone probabilmente l’aveva solo il diretto interessato. Sono convinto che Stramaccioni adesso debba fare le sue conoscenze. Poi si appoggerà anche alle direttive societarie col prosieguo della stagione".

Torniamo alle prestazioni determinanti di Scuffet. Del ragazzo colpì soprattutto il senso di sicurezza trasmesso alla squadra.
"É vero. Quando è entrato in porta si è vista più sicurezza anche nei difensori, che si sono responsabilizzati maggiormente avendo il ragazzino alle spalle. Il punto è focale perché le sensazioni di paura o di coraggio trasmesse dal portiere sono contagiose e si riversano non solo sui compagni della difesa, ma su tutti, panchina inclusa. Ci sono quattro punti fondamentali per un portiere: la personalità, la struttura, la tattica e la tecnica. Se hai la prima migliori tutte le altre. Simone è di indubbia personalità e per questo potrà crescere migliorandosi, ma senza personalità invece non si migliora".

Crede che Scuffet abbia fatto bene a rifiutare l’Atletico Madrid?
"Penso che è giovane e che non c’era tutta questa fretta di fare cassa, né per lui né per la società. E che abbia fatto la scelta giusta".

Sezione: Notizie / Data: Dom 17 agosto 2014 alle 17:00
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @@FDigilio
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