Trentasei anni e non sentirli. Passano le stagioni, del calcio e della vita, ma Antonio Di Natale è sempre lo stesso: una certezza per l'Udinese, ancora più di uno stadio che si rinnova e proietta la società friulana verso il calcio del futuro. L'attaccante, nato a Napoli ma che ha trovato due nuove case girando l'Italia dietro ad un pallone, prima Empoli e poi Udine, affrontava oggi la sua vecchia fiamma e non ha voluto mancare all'appuntamento. Un po' come quando ad una ricorrenza si incontra una ex fidanzata di giovinezza in compagnia della propria moglie: ci si fa belli, ci si sistema la cravatta, si cerca di splendere e far risplendere l'amata che ha realizzato i sogni di una vita.

Nel caso di Antonio Di Natale, si indossa una maglia bianconera col 10 sulle spalle e si fa danzare il pallone alle spalle del portiere avversario. Poi si ripete. Perché la ricorrenza era di quelle da onorare sul serio: dieci anni con la casacca delle zebrette addosso, tutte in doppia cifra, per un amore nato piano ed esploso coi tempi giusti. Aveva pensato di lasciare, Di Natale, salutare l'Udinese e riabbracciare proprio l'Empoli, o persino dire addio al calcio tout court ed arrivederci al Friuli, magari per un futuro in veste di dirigente. Le cose sono andate in maniera diversa, ormai lo sappiamo e rendiamo grazie per questo. Perché i due gol siglati ieri sera non saranno i più belli nella splendida carriera dello scugnizzo di Udine, ma ci ricordano che è importante preservare i propri patrimoni. E Di Natale è a tutt'oggi un patrimonio del nostro povero, poverissimo, calcio.

Sullo sfondo, si agitano le prestazioni complessive di Udinese ed Empoli. Guizza Luis Muriel, forse pronto a raccogliere la pesantissima eredità del compagno di reparto o quella di Alexis Sanchez, che da Udine partì per Barcellona ed ora è finito all'Arsenal. La stagione che è iniziata rappresenta la grande occasione del colombiano: va bene ricordare Ronaldo nelle movenze e nel fisico, ma sarebbe opportuno dimostrare che il paragone, comunque esagerato, non era del tutto campato in aria.

Esulta Andrea Stramaccioni, silurato proprio ad opera dell'Udinese dopo un 5-2 subito alla guida dell'Inter e desideroso di dimostrare che dalle parti di Milano si poteva anche puntare su di lui.

Esordisce in A a 55 anni Maurizio Sarri, che di per sé avrebbe un'altra meravigliosa storia di raccontare, riconosciuta dalla stesso Di Natale. Esordisce con lui oltre metà della formazione titolare dell'Empoli e riesce persino a convincere nella prima parte di gara, salvo poi mettere in evidenza tutti i propri limiti. La strada per la squadra toscana non sarà facile: se non si chiama Totò non sempre l'usato garantito, leggi Tavano e Maccarone, offre certezze di successo.

Su tutti svetta ancora il protagonista unico della serata: un giocatore che fa parte di un calcio che fu, ma che per fortuna è ancora parte determinante del calcio che è. Antonio Di Natale. Ben ritrovato, anche se non ci si era mai persi di vista.

Sezione: Notizie / Data: Lun 01 settembre 2014 alle 08:30
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
vedi letture
Print