Quante lettere d’amore sto leggendo su Facebook per Toto’ di Natale. Chi pro e chi contro. Invece che Udinese-Carpi sulla schedina pare di trovare Udinese-Di Natale, un’altra partita. Vero, un’altra gara, più avvincente di quella che si giocherà contro la matricola Carpi.

La società distribuirà pizza e gadget più o meno etilici, come atto di riparazione ad un addio che Di Natale non voleva certamente, ma il cui ingaggio ha pesato sul comportamento di una società che ha venduto anche i sentimenti. E il calcio senza questi è finito. Ed è finito da un pezzo, ed è un vero peccato. Non entro nel merito delle segrete (fin troppo) alchimie societarie, ma un minimo di rispetto verso Di Natale, non dico che era necessario, ma doveroso.

Totò ci ha fatto godere per due lustri, ci ha fatto asciugare lacrime di gioia con i suoi gol capolavoro, ci ha tirato le volate per l’Europa, l’ha firmata, le sue reti come perle di una collana preziosa,ha vinto la classifica cannonieri … Di Natale è stato per anni l’Udinese e ha fatto da balia a campioni poi ceduti a peso d’oro.

Forse tutto ciò non merita riconoscenza ? Forse non ho capito nulla di questo calcio ruvido. Ne vado fiero. Anche perché sugli addii, l’Udinese non si è mai distinta per eleganza. Alla Società tutto è dovuto. E allora adeguiamoci e ringraziamo per un campionato straordinario, grazie per l’oculatezza dei suoi dirigenti che han cominciato la campagna di indebolimento da ottobre, grazie per da parte di Pinzi, grazie ancora per i piagnistei editoriali, grazie, grazie , grazie di tutto.

Domenica c’è poco da festeggiare, perché cantare inni di gioia per Di Natale che se va, mi fa male, molto male. Dovrebbe essere un momento di riflessione; farei persino un minuto di silenzio per questo addio. Lo Stadio sarà sold-out solo per lui, il grande Totò per il quale qualcuno ha avuto da ridire persino sulla sua vita privata. A me sono sempre e solo interessato delle magie che produceva in campo. Quelle fanno e hanno fatto la storia dell’Udinese. So che domenica mi verrà un groppo in gola quando uscirà dal campo, non cercherò neppure di trattenerlo.Lascerà quello Stadio,”Il Friuli” che è stata la sua casa, dove lui ci ha ospitato per vederlo, ammirarlo, applaudirlo.

Da domenica sera saremo tutti più poveri, ci resta solo un gioiello, lo stadio, l’altro ce lo siamo giocato e perso in malo modo .

Grazie Totò, non so dirti altro 

Sezione: Focus / Data: Ven 13 maggio 2016 alle 19:00
Autore: Lorenzo Petiziol
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