San Valentino è la festa degli innamorati, ma non sempre le ciambelle riescono con il buco. Ci sono infatti amori che iniziano bene per poi naufragare o feeling che fanno fatica a sbocciare tra le parti. In questa carrellata andremo a vedere dunque quelli che sono stati alcuni dei casi più particolari di amori finiti male nell'Udinese degli anni duemila.

Andando con ordine, simili sono i casi di Vincenzo Iaquinta e Morgan De Sanctis. Entrambi protagonisti dell'Udinese che per la prima volta si qualificò in Champions League, giocando la fase a gironi, ma entrambi protagonisti di una fine burrascosa del loro rapporto d'amore con il club bianconero e i suoi tifosi. L'attaccante, campione del Mondo nel 2006 con l'Italia di Lippi, finì fuori rosa per non avere voluto rinnovare il proprio contratto mentre il portiere approfittò di quella che era la possibilità di rescindere unilateralmente il contratto per scappare da Udine, direzione Roma. 

Ha lasciato un grande segno, ma in negativo, l'avventura di Maicosuel con la maglia dell'Udinese. Chissà che amore avrebbe potuto nascere se il Mago non si fosse presentato all'esordio in bianconero con uno sciagurato cucchiaio nel preliminare di Champions League con il Braga. Dopo quella ferita così grande, paragonabile a quella di un tradimento, fu difficile riallacciare i rapporti e la normale conseguenza fu l'addio nell'anonimato l'anno seguente.

Un altro grande caso di amore a prima vista terminato negativamente è quello rappresentato da Andrija Balic. Il "Pirlo della Croazia" è stato uno dei giocatori più richiesti dal popolo friulano, che a gran voce volevano un suo impiego più costante in campo. Il giocatore non è mai esploso e il fatto che, già da qualche stagione, Balic a 26 anni bazzichi in campionati minori, senza nulla togliere ai campionati bosniaci e slovacchi, è un segnale del fatto che forse la perdita non è stata poi così grossa.

Ci sono poi casi di giocatori che a Udine hanno fatto bene in campo ma che si sono lasciati male con la piazza per via di qualche comportamento sbagliato di troppo. E' il caso di Luis Muriel, giocatore dal talento straordinario che però durante la sua avventura a Udine era solito non condurre una vita particolarmente sana e che con la piazza si è lasciato malissimo, come testimoniano i fischi che ogni volta che torna in Friuli ha ricevuto. Ma lo stesso discorso vale anche per Jakub Jankto, l'uomo che "recensiva gli hotel" e che sparlò male dell'ambiente una volta ceduto. Più simile invece a quello di Iaquinta il caso di Jens Stryger Larsen, con il danese che finì la stagione in tribuna per non aver voluto rinnovare il proprio contratto.

Non si può in questa carrellata di amori terminati male non menzionare il nome di Simone Scuffet, il profeta in patria che con l'Udinese ha avuto momenti di alti e bassi, come in ogni amore che si rispetti. Dall'esordio da titolare a 17 anni all'essere messo in panchina in luogo del "vecchietto" Bizzarri. Un amore che con la società non è mai sbocciato definitivamente, anzi. Il classe 1996 nativo di Remanzacco è riuscito poi a rilanciare la propria carriera altrove, soprattutto all'estero, e ora gioca da titolare in Serie A con il Cagliari.

Chiudiamo menzionando alcune meteore con le quali in realtà la scintilla non si è mai accesa. Pensiamo ad Hamdi Harbauoi, acquistato in estate e ceduto prima dell'inizio del campionato, a Felipe Vizeu, attaccante brasiliano che dopo un paio di partite è tornato in patria o a Sebastian Prodl: l'unico suo ricordo in bianconero rimane la presentazione delle maglie da gara a Lignano.

Sezione: Focus / Data: Mer 14 febbraio 2024 alle 12:10
Autore: Jessy Specogna
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