Il grande basket italiano torna a Udine. L'Apu, dopo sedici anni di assenza, riconquista la serie A e lo fa con due giornate di anticipo. Era l'obiettivo; la società lo voleva fortemente e stava costruendo il progetto proprio attorno a questa volontà. Alla guida di questa squadra c'è coach Adriano Vertemati, che si è raccontato e ha raccontato tutte le emozioni vissute nel corso della stagione in esclusiva a Sky Sport Insider.
Trentasette giornate di campionato, ventinove vittorie e solo otto sconfitte. C'è tanta soddisfazione da parte di Vertemati, ma non solo quella:“L’emozione che provo è di soddisfazione mista a sollievo. Anche perché l’ultimo mese e mezzo è stato veramente ad alto tasso di pressione visto che essendo primi ed essendo Rimini una squadra che non ha mai mollato, non potevamo sbagliare. Soprattutto le partite in trasferta, le ho vissute tutte con grandisisma pressione, dovevamo vincere a tutti i costi. Perciò, sì, c’è grande entusiasmo per aver raggiunto questo risultato insieme ai ragazzi con grandissimo anticipo, ma anche un po’ di sollievo che sto provano in questi giorni per avercela fatta”.
Vincere era l'obiettivo e non è mai stato un segreto; ma la volontà soprattutto era che la squadra giocasse bene, che fosse competitiva. Poi il resto viene da sé: “Sicuramente ci siamo dati l'obiettivo, e ce lo siamo dati anche l’anno scorso, di essere competitivi per vincere, che non significa che l'obiettivo unico era vincere. Quando sono arrivato a Udine la prima cosa che mi ha chiesto il presidente è che la squadra giocasse bene. Se la squadra avesse giocato bene, avrebbe avuto anche delle chance di vincere. Uno degli obiettivi era anche riappassionare una piazza già grandemente appassionata di basket, per una squadra che è stata il miglior attacco del campionato e che dunque è stata anche molto piacevole da vedere”.
E il punto di svolta della stagione, quello che ha fatto capire che la possibilità di vincere era pià che concreta a dire di Vertemati "è stata la vittoria in casa con Cantù nel girone di ritorno".
"È stata la vera partita che ha segnato il fatto che noi capissimo che era quel punto nelle nostre mani e quindi che ci fosse quella concreta possibilità" ha affermato.
Il successo, comunque, è arrivato non senza difficoltà. Ma la forza di questa squadra e il segreto del successo è stato quello di riuscire ad andare oltre:“La prima parte, compresa la pre stagione, è stata particolarmente complicata dal punto di vista fisico. I primi 15/20 giorni abbiamo fatto un lavoro duro, ma molto condizionato dal caldo, abbiamo sofferto tantissimo le temperature altissime che c’erano a Udine, prima di poter andare via. Abbiamo dunque affrontato un precampionato complicato, di rincorsa, con prestazioni poco convincenti che ci hanno portato alla prima di campionato a Rimini che non eravamo pronti a competere per 40 minuti in trasferta contro una squadra così forte. Dopo abbiamo sfruttato un paio di turni abbastanza favorevoli, e poi abbiamo perso il derby con Cividale. L’avvio è stato abbastanza complicato, però proprio quella partita in trasferta a Cividale persa di un possesso ha fatto sì che ci sedessimo con ancora più maturità e responsabilità, che ci guardassimo negli occhi, soprattutto i giocatori, insomma, e si stabilisse una comunione di intenti ancora più forte”.
La partita più bella escludendo la vittoria con Rimini che ha regalato ad Udine la conquista del campionato e della promozione? Una scelta molto difficile per coach Vertemati: “Abbiamo fatto tante partite belle, essendo il miglior attacco della stagione, abbiamo fatto partite da oltre 90 punti. Una incredibile, questa ancora nel girone d'andata, quella in trasferta a Verona dove abbiamo vinto di 30 punti e dove secondo me abbiamo giocato in maniera splendida. E poi tutte le partite casalinghe del girone di ritorno con le squadre di alta classifica come Fortitudo, Rimini, la stessa Verona, Cantù, sono state delle battaglie. Insomma faccio fatica a sceglierne una. Tra tutti questi scontri diretti del girone di ritorno direi che quella più bella è stata a Rieti. Ecco, quella è stata un’altra vittoria che ha dato grande consapevolezza perché è un campo complicato, vinta dopo un match punto a punto, ecco quella forse ha segnato un ulteriore passo avanti”.
Nel successo di una squadra c'è sempre quel fattore segreto, e coach Vertemati svela quello della sua Apu: “Dal punto di vista della pallacanestro Io credo che la chiave sia stata la nostra capacità di andare a rimbalzo d'attacco. Il nostro stile di gioco, non supportato da una grande capacità, volontà, desiderio di andare a rimbalzo d'attacco, che poi anche una cosa su cui si lavora, non sarebbe stato sostenibile. Il resto lo ha fatto la grande maturità di un gruppo di giocatori quasi tutti intorno ai 30 anni, che hanno saputo rinunciare a qualcosa di loro stessi in una rotazione a 10 abbastanza complicata ma necessaria, per metterlo a disposizione della squadra, facendo un passetto indietro, per poter essere tutti più coinvolti. Inoltre credo che abbiano tutti giocato vicini al loro massimo livello, e questa è la cosa che stupisce maggiormente. Non c’è un giocatore che spicca più di un altro, mi sembra che tutti abbiano giocato una delle loro migliori stagioni. E sono convinto che se chiedete ai miei giocatori, risponderanno tutti che questa è stata una delle migliori stagioni, se non la migliore, di sempre. E devo dire che questa cosa non è assolutamente scontata, cioè che un gruppo come questo, riesce insieme a fare click”.
Ora un finale di stagione da onorare, poi testa alla serie A. Coach Vertemati è già stato confermato sulla panchina dell'Apu, ma non sarà il suo esordio nella massima serie: vi prese parte nel 2021/22 con Varese, ma venne esonerato. Ora una storia diversa, con un arrivo in serie A conquistato assieme al gruppo - e lo conferma lui stesso: “La vivrò molto diversamente, perché questa è stata conquistata sul campo con un gruppo di lavoro che andrà avanti insieme, con un club e un allenatore che si conoscono già e quindi sarà un po' più facile, per me, essere me stesso, portare avanti quella che è la mia idea insieme a quella del club, quindi mi sento molto più protetto in questa situazione rispetto a quella precedente”.
“Adesso ci aspetta un angosciante finale di stagione in cui dobbiamo giocare purtroppo senza grandi motivazioni e poi un attimo di tranquillità operosa" afferma il coach "Nel senso che ci dovremmo sedere con il club, con il presidente, con il direttore sportivo e ripartire secondo me prima di tutto dalla struttura, dall'organizzazione generale, capire dove poterla rafforzare, e poi parallelamente cominciare a ragionare sulle conferme e sulla prossima squadra, visto che ci saranno da inserire diversi giocatori stranieri in più. Ecco però è un lavoro che faremo piano piano, quotidianamente, sfruttando questo piccolo vantaggio che siamo guadagnati di tempo sulle altre”.
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