Luigi De Canio subentrò in corsa dopo l’esonero di Stefano Colantuono, in seguito alla sconfitta interna contro la Roma. Un ritorno a casa per lui dopo quell’esperienza tra il 1999 ed il 2001, quando rilevò il posto di Francesco Guidolin e fu sostituito da Luciano Spalletti. Due mesi intensi. L’Udinese era reduce da un periodo estremamente difficile e la classifica iniziava a spaventare. De Canio non stravolse la formazione ma si è limitò a lavorare per correggere gli errori più evidenti. I successi a sorpresa su Napoli e Fiorentina furono le vittorie fondamentali a conti fatti per la salvezza. Con lui in panchina si tornò a rivedere a sprazzi anche un’Udinese piacevole. Eppure non tutto ciò non bastò per riconfermarlo al timone della compagine friulana. Al termine della partita con il Carpi fu stato chiaro a molti che il suo ciclo bianconero era destinato a chiudersi rapidamente. La società infatti decise di voltare pagina e di cambiare radicalmente, puntando su nuovo profilo come Giuseppe Iachini. A posteriori forse De Canio avrebbe potuto giocarsi le sue chance.

"Abbiamo fatto punti con le squadre meno probabili, ci siamo forse sentiti salvi troppo presto. Subentrare in corsa comunque non è mai facile perché ci sono tanti aspetti su cui si si deve lavorare, però la salvezza è stata un risultato importante. E' andata così e va bene lo stesso. La società prese la sua decisione e che io non potevo fare altro che rispettare. Ci speravo di poter rimanere, pensavo di aver meritato la chance per verificare in un'annata cosa sarei stato capace di fare, purtroppo la società decise diversamente. Io a Udine ci sono tornato volentieri, mi sembrava di essere tornato a casa. Con molto dispiacere ho dovuto accettare di non far parte del progetto futuro della squadra".

A pesare forse anche il caso Di Natale, che lasciò inevitabilmente alcuni strascichi, condizionando negativamente l’andamento della squadra

"Quando sono venuto a Udine l'anno scorso ho trovato un ambiente gradevole, piacevole, nel quale mi sono davvero trovato bene. Ho avuto solo qualche problema con Di Natale dovendo fare delle scelte ma poi abbiamo chiarito subito. Con lui, Domizzi e Pasquale si è poi creato un grande rapporto reciproco di rispetto e di stima. Sono stati dei calciatori splendidi che hanno scritto la storia dell'Udinese e io non ho mai pensato nemmeno un attimo di non rendergli l'onore che meritavano".

Ora ad essere sotto esame invece c'è Delneri. Il tecnico di Aquileia non è ancora stata confermato dalla società nonostante i buoni risultati ottenuti:

"Credo che Delneri abbia assolto il compito, pensando, senza grandi assilli di retrocessione, alla valorizzazione dei suoi talenti. . Non so cosa sia accaduto inizialmente a Iachini ma da quando Delneri ha preso in mano la squadra gli ha dato una bella sistemata e ha fatto tutto sommato disputato un buon campionato, scovando delle individualità importanti per il futuro. Ha valorizzato il patrimonio calcistico a sua disposizione e questo è l'aspetto che più conta quando ci siede sulla panchina dell'Udinese. Gigi ha dalla sua quella di essere friulano e di conoscere benissimo l'ambiente, credo per questo motivo che possa essere stato più convincente del sottoscritto. Mi auguro per lui che possa continuare il suo lavoro in bianconero. L'anno scorso con me è stato diverso perché mancavano solo sette giornate alla fine mentre lui ha avuto più tempo per dimostrare di essere la persona giusta per l'Udinese. Delneri comunque non ha bisogno di prove, alla società ora tocca fare una scelta. Dipende sempre della idee della società e da cosa viene chiesto nelle specifico ad un allenatore".

Jantko, Fofana, De Paul, Samir, giovani talenti che sono esplosi in questa stagione e che possono assicurare all'Udinese un grande futuro. Occorre però blindarli senza soccombere alle lusinghe dei grandi club come invece spesso è accaduto in passato:

"I calciatori dell'Udinese sono tutti in odore di grande squadra. Questa è sempre stata la filosofia dell'Udinese, pur con quale differenza rispetto al passato, pur con qualche momento negativo la società non si è mai resa diversa dalla sua mentalità. C'è poi anche Meret che è un fuoriclasse. Lui è il nuovo Buffon. Assieme a Donnarumma sarà il futuro della Nazionale. Vi confesso una cosa, se Karnezis non fosse stato quel bravo professionista che ho conosciuto non avrei esitato un istante a buttarlo dentro, nonostate la situazione difficile. L'Udinese credo poi abbia anche un altro grande talento, il croato Balic. Questo ragazzo quando troverà una squadra che lo metterà nelle condizioni di giocare e di esprimersi al meglio credo farà vedere davvero grandi cose".

 

Sezione: Giovanili / Data: Mer 03 maggio 2017 alle 16:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
vedi letture
Print