L'Udinese perde, non è una novità. E non è una novità che avvenga per colpa di due errori difensivi. A dire la verità sul primo gol subito faccio i complimenti al Napoli, che ha aggirato la nostra difesa con un bel movimento sulla nostra fascia sinistra. Non era il solito gol subito su quella fascia che da sempre è il nostro punto debole, e questo mi conforta.

Widmer, finora il giocatore più continuo nel rendimento, ha commesso un errore alla Mai Dire Gol, non si è capito bene cosa volesse fare. Lo 0.2 dopo dieci minuti dal primo gol subito, tanto più su un errore plateale, avrebbe tagliato le gambe a chiunque. Invece l'Udinese ha lottato, in maniera convulsa e poco ordinata, certo, ma se fossimo perfetti dopo sei partite con Delneri in panchina allora dovremmo avere mire ben diverse dal motto “arriviamo prima possibile a 40 punti”.

Sta di fatto che l'Udinese sta prendendo una sua fisionomia, che l'allenatore sta insegnando a giocare a calcio. E che ne sa! Nel primo tempo si attaccava con un 433 e si difendeva con un 4411 con un magnifico (finalmente!) Kums che usciva sul portatore di palla. Fino a che abbiamo imbavagliato Diawara e tenuto la squadra corta, la partita era nostra. Mi aspettavo un numero di Thereau, un accelerazione di Zapata, un inserimento di Fofana, ma bisogna dare merito al Napoli di aver giocato forse la sua migliore partita in fase difensiva.

Non servono tante parole per commentare la partita di ieri sera: non è contro la Juve e il Napoli che dobbiamo vincere e fare punti. E difatti contro queste due squadre abbiamo perso. Ma sono due sconfitte diverse. La Juventus aveva in campo la formazione B e gli sono bastati 10/15 minuti di foga agonistica per farci due gol. Il Napoli ha dovuto sudare fino alla fine, e i commentatori di Sky possono dire quello che vogliono, sta di fatto che raramente ho visto una squadra fare così tanta “melina”.

In mezzo ci sta una crescita di squadra, una crescita di gruppo. Forse, al netto dell'errore di mercato che ha sguarnito la nostra fascia sinistra puntando su due terzini che non sono all'altezza della seria A (Armero & Ali Adnan), quest'anno il ritorno alla filosofia dei Pozzo può portare i suoi frutti. Giovani sottovalutati ma con grandi potenzialità, ecco chi è arrivato. L'Udinese di Delneri non ha una disposizione facile da leggere e da rispettare in campo. Eppure ho visto giocatori che sapevano adattarsi: un Matos come ala destra o sinistra, un Fofana a volte mezzala altre regista, un Kums finalmente leader di un centrocampo dove si variavano facilmente posizioni ma non disposizione.

Ha ragione Gigi, sta nascendo un gruppo, un gruppo di lavoro. Ed ho ragione anche io: nel calcio i meriti non contano. Iachini è stato esonerato per via di infortuni che hanno bloccato sul nascere una squadra che non era bella ma faceva punti. Delneri l'anno scorso aveva deluso a Verona. Eppure l'arrivo di Gigi è stato un toccasana. Evidentemente ci sono ambienti e ci sono allenatori. Zaccheroni, Spalletti, Guidolin e Delneri stanno a Udine come gli allenatori con grinta stanno al Toro, quelli per il bel gioco stanno al Milan e i pragmatici all'Inter. E' una questione di equilibrio fra tutte le componenti di un ambiente: squadra, società, tifo, aspettative.

Eh sì, a Udine si perde contro il Napoli per un erroraccio in difesa, una vittoria che gli abbiamo regalato, ma al contempo si torna a vedere giocare a calcio, quel calcio che abbiamo abbandonato dopo il girone di ritorno dell'Udinese di Guidolin e Pereyra, quando arrivammo quinti ed andammo ad asfaltare l'Inter all'ultima.

Caro calcio, mi mancavi, sei tornato come un figliol prodigo e io uccido il vitello grasso (e stappo una bottiglia di buon refosco) per fare festa!

Sezione: Editoriale / Data: Dom 20 novembre 2016 alle 08:30
Autore: Giacomo Treppo
vedi letture
Print