In molti qui a Udine non lo avranno neanche mai sentito nominare, ma Lorenzo Bettini, di professione attaccante con un gran fiuto del goal, è stato uno dei migliori centravanti italiani degli anni 50 nonché, per quasi mezzo secolo, il miglior bomber della storia dell’Udinese grazie ai suoi 67 goal che hanno contribuito a scrivere alcune tra le pagine più belle della storia bianconera.
I primi anni. Nato a Villanova sul Clisi il 15 Gennaio 1931, Lorenzo Bettini inizia a giocare a calcio nella locale squadra giovanile denominata Villanovese dalla quale, nel 1949, viene acquistato dal Brescia, a quel tempo militante in Serie B. Attaccante forte fisicamente, abile con la testa e capace di calciare ottimamente con entrambi i piedi, fa il suo esordio in serie B il 28 Maggio 1950 nel match disputato contro il Vicenza siglando due reti. L’esordio con il botto e le successive buone prestazioni convincono il tecnico dei bresciani Luigi Bonizzoni, a puntare su Bettini che ripaga in pieno la fiducia concessagli siglando nella stagione 1950/1951 la bellezza di 22 reti in 37 presenze, diventando vice capocannoniere del torneo dietro a Ettore Bertoni, attaccante del Legnano. La prolifica stagione di Bettini non passò inosservata, ed espressamente richiesto dal neo tecnico giallorosso Giuseppe Viani, venne acquistato nell’estate del 1951 dalla Roma, della quale sarebbe diventato, secondo le intenzioni del tecnico trevigiano, il terminale offensivo di una squadra che doveva riconquistare subito la Serie A dopo la tremenda retrocessione in Serie B della stagione precedente. L’obiettivo stagionale venne raggiunto senza problemi anche grazie alle nove reti messe a segno da Bettini che assieme a Carlo Galli formava una delle coppie d’attacco più temute del torneo. Nella stagione successiva il tanto sospirato esordio in Serie A avvenne però con la maglia del Palermo, club nel quale venne mandato in prestito in quanto nella Roma del neo tecnico Mario Varglien, subentrato in estate a Viani, si preferì puntare su Lucchesi e Renosto, nomi all’epoca ben più altisonanti ma decisamente meno prolifici in zona goal. L’esordio in maglia rosanero avvenne il 14 Settembre 1952 nel match contro i campioni in carica della Juventus in cui Bettini siglò il suo primo goal in Serie A fissando il risultato sull’1-1. La stagione si concluse con la salvezza del Palermo e un bottino per Bettini di otto reti in 20 presenze, uno score che convinse il presidente della Roma Renato Sacerdoti, detto il Banchiere di Testaccio, a riportare l’attaccante bresciano nella Capitale. Nella seconda stagione in giallorosso Bettini viene impiegato da titolare solo in quindici occasioni ma il contributo in zona goal è notevole con nove centri che contribuiscono alla conquista di un buon sesto posto in campionato. Il buon numero di reti messo a segno tuttavia, non fu sufficiente a garantirgli la conferma in giallorosso, con la Roma che per la stagione successiva preferì puntare su Istvan Nyers, indimenticato fuoriclasse ungherese, che arrivò però a Roma in netta fase calante dopo le straordinarie stagioni disputate con la maglia dell’Inter.
La consacrazione friulana. Per acquistare il cartellino di Bettini si fecero avanti numerose squadre ma a spuntarla fu l’Udinese del presidente Dino Bruseschi, che con rara intuizione, individuò nel centravanti bresciano la pedina perfetta per sostituire il partente Giuseppe “Pecos Bill” Virgili, diretto alla Fiorentina dove avrebbe contribuito alla conquista di uno scudetto e di una finale di Coppa dei Campioni persa in finale contro il Real Madrid. A Udine Bettini trovò l’ambiente adatto per potersi esprimere ai massimi livelli anche grazie alla piena fiducia ripostagli dall’allenatore Bigogno che lo impiegherà come titolare per tutta la stagione 1954/1955 al centro del tridente offensivo friulano completato da Selmosson e La Forgia. La stagione di Bettini fu straordinaria, la migliore della sua carriera, con venti reti messe a segno e il titolo di vice capocannoniere dietro l’inarrivabile Nordhal, con l’Udinese che conquistò uno storico secondo posto poi vanificato dagli esiti dello scandalo legato alla “Confessione di Settembrino” che portarono l’Udinese alla clamorosa retrocessione in Serie B nell’agosto del 1955.
Il ritorno a Roma, sponda biancoceleste. La retrocessione dell’Udinese costrinse la dirigenza friulana a smantellare in parte la rosa con cessioni eccellenti, due su tutte quelle di Selmosson e Bettini divenuti un lusso troppo grande per la Serie B e ceduti per questo alla Lazio in cambio di Bredesen e Fontanesi più soldi. La prima stagione di Bettini in biancoceleste fu ottima con dodici centri in trentadue presenze che valse al bresciano la palma di miglior bomber della squadra che a fine stagione avrebbe conquistato un meritato terzo posto. Di minore impatto fu la seconda annata in biancoceleste con sole nove presenze condite comunque da tre reti in una stagione con qualche infortunio di troppo che ne limitò prestazioni e minutaggio.
Il ritorno a Udine. La Lazio dopo sole due stagioni decise di cedere Bettini e a farsi avanti fu proprio l’Udinese, club dalla quale i biancocelesti lo avevano acquistato appena due stagioni prima. A Udine si cercava con insistenza il sostituto di Giuseppe Secchi ceduto in estate alla Roma, quest’ultimo acquistato dai friulani nel 1955 proprio per sostituire Bettini. L’affare si fece senza problemi e Bettini torno nella città e nella squadra che lo avevano consacrato nel calcio che conta. Il carattere di Bettini, riservato e a modo, ben si sposava con una città e una terra ricca di spirito e tranquillità, habitat ideale per uno come lui che a Udine ebbe le sue maggiori soddisfazioni calcistiche. Oltre al calcio, in Friuli Bettini amava andare a caccia e a pesca, hobby che condivideva con Pinardi e il massaggiatore dell’Udinese, con quest’ultimo che gli fece conoscere e amare i vini friulani, con particolare preferenza per il Tocai. Nella sua nuova esperienza in bianconero trovò in Luis Pentrelli, indimenticata ala destra italo-argentina, un partner d’attacco ideale come lo fu Selmosson prima a Udine poi a Roma. Rimase a Udine per altre quattro stagioni siglando la bellezza di quarantasette reti pur giocando in una squadra che era solo lontana parente di quella che pochi anni prima contese lo scudetto al grande Milan di Liedholm e Nordhal. Lasciò l’Udinese nel luglio del 1961 dopo aver siglato 67 reti in maglia bianconera che gli valsero per quasi mezzo secolo il record di miglior realizzatore in maglia bianconera, traguardo poi raggiunto e superato da Antonio Di Natale nella stagione 2009/2010.
Gli ultimi anni. Nell’estate del 1961 Bettini passò all’Inter assieme a Giacomini per 120 milioni di lire su specifica richiesta di Helenio Herrera, ansioso di poter avere nella propria squadra quel centravanti tanto bravo sotto porta quanto incredibilmente sottovalutato dalla stampa e dagli addetti ai lavori. A Milano visse un ultima grande stagione da protagonista con nove centri in ventidue presenze con l’Inter che conquistò un ottimo secondo posto in quello che fu solo l’inizio dell’epopea della grande Inter di Helenio Herrera. L’esplosione in prima squadra di giovani come Mazzola, Bicicli e Di Giacomo convinsero la dirigenza nerazzurra a cedere Bettini nell’ottobre del 1962 al Modena, dove il centravanti bresciano segnò gli ultimi due goal in Serie A della sua carrera dove mise a segno in 270 partite il ragguardevole numero di 110 reti, conquistando il record di calciatore con più reti all’attivo in serie A senza esser mai stato convocato in Nazionale. Concluse la sua carriera in Serie B giocando per tre stagioni nell’Alessandria con la quale mise a segno 21 reti in 61 presenze. Bettini appese le scarpette al chiodo nel 1966 con 164 reti all’attivo in carriera, decidendo di lasciare il mondo del calcio preferendo la tranquilla provincia bresciana dove gestì un distributore di carburante fino alla morte che lo colse nel 2008 all’età di 77 anni.
Maurizio Pilloni - TuttoUdinese.it
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