Si è ufficialmente chiusa la seconda avventura di Pierpaolo Marino all’Udinese. 1999-2004 e 2019-2023, queste le coordinate temporali che legano il direttore nativo di Avellino al mondo friulano. Un totale di circa dieci anni con i quali inevitabilmente ha legato per sempre il suo nome al mondo bianconero, praticamente quasi un elemento onorario della famiglia Pozzo. Due parentesi che comunque sono state profondamente diverse tra di loro, anche perché innestate in due epoche storiche calcisticamente diverse per le zebrette.

Nella prima Marino aiutò la famiglia Pozzo a consolidare definitivamente l’approfondito e articolato reparto scouting, gettando le basi per un’Udinese che lotterà negli anni successivi per la qualificazione in Coppa Uefa e addirittura alla Champions League. Basti pensare che l’ultimo “regalo” è Totò Di Natale dall’Empoli, in un’asse che coinvolse a suo tempo anche Belleri e Cribari. Nel 2019 invece il suo ritorno avviene in un momento forse un po’ più complicato a livello di risultati. Il tentativo di rilancio con un ds esperto come Pradè, infatti, non porta a grandi risultati e quindi i Pozzo decidono di legarsi nuovamente al vecchio mentore.

Un quadriennio dove Marino ha messo la sua esperienza a disposizione sia per quanto riguarda il metterci la faccia nei pre e nei post-partita che dal punto di vista dei tecnici, fattore dove l’Udinese soffre. Da Stramaccioni a Tudor sono veramente tanti i nomi che passano per il Friuli con successi alterni. Il dt prima affianca al croato Luca Gotti, per poi convincere la famiglia Pozzo a promuoverlo dopo l’esonero dell’ex Juventus. Il tattico sarà il primo tecnico del post Guidolin a trovare una certa continuità, ben 87 le gare alla guida delle zebrette. Dal punto dii vista dei risultati i friulani restano a metà classifica, al 12/13esimo posto, confermando una parziale ripresa dopo un periodo molto buio fatto di sedicesimi e quattordicesimi posti.

L’Europa, il grande sogno dei tifosi e di Giampaolo Pozzo, non torna, ma grazie alla gestione di Marino e dei tecnici si torna a lanciare giovani con una certa continuità, come da filosofia Udinese. De Paul, Musso, Nahuel Molina e Udogie rappresentano plusvalenze molto importanti, così come lo saranno quelle di Beto, Lovric, Samardzic o Bijol.

 In più si torna a intravedere un reparto pretoriani, con Silvestri, Walace e Success che sembrano ormai legati all’Udinese. Qualcosa per rivedere le zebrette che hanno fatto sognare manca ancora, ma con il quadriennio targato Pierpaolo Marino i friulani sembrano aver trovato nuovamente una sua base da cui ripartire. Già quest’anno si sperava in un ritorno nella metà sinistra della classifica, che però non è arrivata. In estate gli elementi considerati a fine ciclo saranno con tutta probabilità ceduti per far spazio a nuovi giovani, che ruoteranno intorno all’ossatura trovata in questi anni. Chissà che ancora una volta la base lasciata dal dt non permetta ai suoi successori di raccogliere quanto seminato…

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 20 giugno 2023 alle 09:00
Autore: Davide Marchiol
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