Primi cento giorni sulla panchina dell'Udinese per Stefano Colantuono, che in una lunga intervista rilasciata al Messaggero Veneto ha parlato della sua esperienza in Friuli, partendo però dall'inizio, dai primi discorsi fatti con la società bianconera.
Colantuono partiamo dall’inizio: primo contatto con l’Udinese?
"Un approccio rapido a inizio primavera, solo per chiedermi com’era la mia situazione contrattuale con l’Atalanta"
Poi?
"Una settimana prima della fine del campionato l’incontro con Gino Pozzo e l’avvio di questa nuova avventura".
Cos’era per lei Udine prima?
"Una piazza da prendere ad esempio".
Con Di Natale suo incubo...
"Anche. Ma con l’Udinese avevo un bilancio positivo. E poi da giocatore con l’Avellino vinsi 6-2 con tre gol di Schachner, me la ricordo bene. L’Udinese era penalizzata di 9 punti".
Ha avuto modo di conoscere meglio la città?
"È deliziosa, a miusura d’uomo. Il mio grande amico Lorenzo Di Iorio, come me di San Benedetto del Tronto e per anni nello staff di Guidolin, mi ha preparato bene. Vivo in centro anche se dalle 9 alle 19 resto al Friuli per lavorare".
La fermano per strada?
"È capitato, mi salutano, mi incoraggiano. Ho già capito che i friulani sono gente riservata, esattamente come me, per questo mi trovo a meraviglia qui".
Cos’è per lei il calcio?
"Un lavoro, da fare con professionalità. E ovviamente una grande passione. Siamo privilegiati a poter trasformare la propria passione in un lavoro questo non lo dobbiamo mai dimenticare. Per questo è spesso abusata la parola stress nel mondo del calcio".
Ha dormito dopo la gara contro il Palermo?
"Di norma faccio fatica a prendere sonno dopo le partite in notturna, domenica non ho dormito. Brucia perdere dopo aver avuto un possesso palla del 60%, una decina di occasioni da gol, essersene divorate almeno un paio e aver assistito ai miracoli del loro portiere".
Ma la gente vi ha applaudito...
"Non ho dormito anche per quello. Per non aver dato una soddisfazione alla gente che ci ha incitati per tutto il match e applauditi alla fine".
Ha sentito il boato del nuovo Friuli all’ingresso in campo delle squadre? Se l’immagina dopo un vostro gol?
"Lo stadio è magnifico, la squadra dovrà saper trascinare il pubblico a suon di prestazioni di livello e bel gioco".
Ai tifosi cosa vuole dire?
"Non ho mai fatto proclami e mai li farò. Ai tifosi dico solo che ci sostengano anche quando le cose a volte andranno male. Abbiamo tanti giovani, specie loro hanno bisogno di questo".
Non ha dormito dopo il Palermo, non avrà dormito anche dopo il trionfo allo Juventus Stadium...
"Ovvio. È stata un’impresa bellissima".
Dica la verità, all’uscita dei calendari avrebbe firmato per quanti punti in classifica?
"Da uno a tre. Mi spiego: l’inizio con la Juve era terrificante. Ipotizzavo una vittoria sul Palermo o anche un pareggio perché alla prima in casa non sai mai cosa può succedere".
Beh, ci ha preso...
"Sì, la vittoria a Torino è stato un modo incredibile per iniziare la mia avventura in Friuli".
Non è stato troppo ottimista nel giudicare la gara, in fondo è arrivata una sconfitta...
"No. Prendo i dati oggettivi: il possesso palla, le occasioni da gol. Secondo questi dati la prestazione c’è stata. E poi la squadra è stata brava a non concedere più occasioni da gol al Palermo dopo essere andati sotto. Il rischio di essere infilzati in contropiede era altissimo".
Colantuono, soddisfatto dal mercato?
"Sì, un attaccante forte dovevamo prendere e un attaccante forte come Zapata è arrivato. Avevamo provato a fare qualcosa di meglio a centrocampo, ma sul mercato non si riesce a prendere sempre quello che si vuole. Comunque Marquinho è forte".
Un procuratore come Pasqualin ha detto che il suo ex giocatore Baselli potrà essere la rivelazione del campionato. L’ha mai chiesto a Pozzo?
"(Ride ndr) Non voglio far nomi. Dico solo che Baselli è forte, ma che durante il campionato a Bergamo sembrava essere a un passo dal Milan. Poi l’Atalanta l’ha venduto al Torino mettendo nel pacchetto anche Zappacosta, ma a noi un esterno non serviva...e allora".
Siete contati ora là in mezzo dopo la partenza di Pinzi?
"Un po’ sì, anche perché Guilherme ne avrà per un paio di mesi e Iturra è acciaccato. Ma voglio essere chiaro: Pinzi, anche dopo avermi chiesto consiglio, ha chiesto di andare via. Io non potevo garantirgli il posto, come faccio con tutti, ma per me era un giocatore importante. La società con grande riconoscenza l’ha lasciato andare senza chiedere soldi al Chievo e gli ha lasciato le porte aperte per un futuro qui: gli auguro buona fortuna".
Merkel?
"Ha talento, 4 anni fa giocava in Champions nel Milan, poi si è perso. Gli ho detto: hai una possibilità, sta a te sfruttarla".
L’ha sorpresa Ali Adnan?
"È forte, anche se è giovane e deve imparare molto. La lingua è ancora un ostacolo, ma farà strada e ha pure segnato in nazionale"
Come ha fatto a far espoldere Bruno Fernandes? A suon di urlacci?
"Nooo, se serve alzo la voce solo per farmi sentire da 25 giocatori...Parlandogli chiaramente e dandogli fiducia. Ha 20 anni? Se uno merita gioca anche a vent’anni. E quando avrà dei momenti negativi toccherà a qualcun’altro prenderne il posto".
Dicono che assomigli a Spalletti in allenamento...
"Ne sono orgoglioso, con Luciano ho un ottimo rapporto l’ho sempre seguito".
Com’è allenare Totò Di Natale?
"Affascinante. È fortissimo, carico anche perché altrimenti non si gioca fino a 38 anni così. Lo centelliniamo durante la settimana, ha ancora tanto da dare".
Non è più giocatore da trasferta?
"Non è vero. Può essere letale anche in trasferta, magari giocando pochi minuti. Comunque con Zapata, Thereau, Perica e Aguirre ho tante scelte".
Non crede che manchi un attaccante veloce?
"Aguirre è veloce, forse ci manca un attaccante particolare, rapido con la palla...".
Qui c’era un certo Sanchez quattro anni fa, ai tifosi luccicano gli occhi ancora a pensarci...
"Già...ma non c’era solo Sanchez. C’erano Handanovic, Benatia, Isla, Inler..."
Magari li avesse...
"Sono contento di quelli che ho".
Dicono che lei utilizzi solo 14-15 gocatori in una stagione...
"Balle, ne ho 25 e tutti mi servono, sarebbe impensabile nel calcio moderno fare diversamente".
Gli Asamoah, gli Isla, gli Inler i Sanchez del futuro?
"Widmer, che può giocare insieme a Edenilson, Heurteaux, Aguirre, Fernandes...eccoli".
Mister, che fine ha fatto Evangelista, pareva un futuro fenomeno...
"C’è c’è, è un centrocampista di fascia, ma può gicare anche da regista davanti alla difesa...dategli tempo".
Giusto dare via Scuffet?
"Sì, aveva bisogno di giocare. È il futuro dell’Udinese. Meret è giovanissimo, un anno vicino a Karnezis e il più esperto Romo gli farà bene".
Quanto la turba il convolgimento nell’inchiesta calcioscommesse?
"Tanto, perché non ho fatto nulla, sono stato tirato in ballo per un dialogo tra due persone che chiaramente non parlano di me. Dimostrerò la mia estraneità. Penso al 100% all’Udinese anche se la vicenda mi ha molto amareggiato".
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @FDigilio
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