La trasferta di Reggio Emilia contro il Sassuolo ha lasciato l'amaro in bocca ai tifosi dell'Udinese. Ci si aspettava una vittoria, che nel primo tempo sembrava il risultato più giusto al netto di quanto visto in campo, e invece ci si è dovuti accontentare dell'ennesimo pareggio in uno scontro diretto, figlio di un secondo tempo non all'altezza. Un risultato che costringe gli uomini di mister Gabriele Cioffi a continuare a correre quella "maratona salvezza", per usare proprio le parole del tecnico, in cui i bianconeri sono invischiati da ormai troppo tempo senza riuscire a dare lo strappo decisivo. 

La formazione scesa in campo lunedì è sembrata la migliore possibile: dentro l'ormai recuperato Bijol, l'acciaccato Lucca, causa ennesimo KO dell'ultimo minuto per Brenner, e il solito capitan Pereyra sacrificato a destra, rimasto l'unica ancora di salvezza su una fascia che rappresenta ad oggi uno dei più evidenti problemi di costruzione di questa rosa. E poi una sorpresa: il ritorno dal primo minuto Lazar Samardzic, nella posizione di interno di centrocampo in cui spesso di recente abbiamo visto Payero. Una mossa sorprendente proprio perché Cioffi era sembrato convinto della scelta di rinunciare alla tecnica e ai guizzi del numero 24 per puntare su un giocatore con caratteristiche più da interditore che da costruttore, per dare concretezza al reparto e pensare innanzitutto all'equilibrio difensivo. 

Il ritorno del serbo dall'inizio, in una gara così delicata, aveva fatto ben sperare. Con un giocatore più offensivo in mezzo era lecito aspettarsi un assetto a trazione anteriore, per cercare di mettere in difficoltà la retroguardia neroverde, non di certo la più solida del campionato. Non è stato però così, perché per l'ennesima volta abbiamo avuto la dimostrazione che, almeno in questo momento della sua carriera, le caratteristiche di Samardzic non gli permettono di brillare in quel ruolo. Lo stesso dicendo di lui Cioffi ha parlato di "partita grigia", nonostante si sia "sforzato di legare il gioco".

E' evidente che gli manchi qualcosa a livello difensivo, nelle letture prima ancora che negli uno contro uno, e quando viene esposto su questo suo lato debole non ha i polmoni di Payero per rimediare. Basti rivedere il lancio di Matheus Henrique per Defrel in occasione dell'1-0: il 24 si accorge dell'inserimento dell'avversario e cerca di stringere ma evitare il passaggio filtrante, ma si gira a cercarlo proprio nel momento in cui parte il pallone e viene tagliato fuori. L'inseguimento poi è vano: Defrel è un centometrista, lui un diesel. 1-0.

Attenzione, il punto non è farne una sua colpa, sia chiaro. Ogni giocatore ha i propri punti di forza, che vanno valorizzati, e i propri difetti, che un bravo allenatore deve mascherare, ricorrendo all'assetto tattico più adeguato. Samardzic non è il centrocampista centrale che vuole Cioffi, il mediano incontrista capace anche di innescare gli inserimenti dei laterali o di premiare i guizzi di Thauvin, vero e proprio predicatore nel deserto in questo momento. Samardzic è un numero 10 atipico, per fisicità soprattutto. Ha talento da vendere, legge le azioni offensive con qualche secondo di anticipo (basti vedere il pallone per il cross di Kamara, poi mandato alle stelle proprio dal francese) e palla al piede diventa una minaccia, quando ha lo spazio per mettersi in proprio. Quando però abbassato sulla linea di centrocampo questi suoi pregi vengono oscurati da quelle difficoltà in fase di interdizione che lo tengono lontano dai 20 metri e gli tolgono lucidità quando poi ci arriva. Insomma, non solo si soffre in fase difensiva, ma lo si perde in quella offensiva, tanto che per esempio con il Sassuolo si è visto molto più Lovric nell'area avversaria, che ha avuto un paio di buone occasioni ma non è riuscito a sfruttarle.

La soluzione più intuitiva sarebbe alzarlo dietro alla punta, in coppia con Thauvin o al suo posto nel momento in cui dovesse rifiatare. In questo modo a centrocampo ci sarebbe spazio per i gladiatori (Walace e Lovric, specie se Cioffi dovesse voler dare continuità a questa sua "versione playmaker", altrimenti Payero) e dietro a Lucca si potrebbe sfruttare le doti di regia del serbo per dialogare con il 26 o i suoi guizzi per dare un'opzione in più. Un assetto decisamente più offensivo, difficile da immaginare nelle sfide contro Inter e Roma, ma che negli scontri diretti contro squadre che preferiscono lasciare all'avversario il possesso potrebbe risultare decisivo per strappare i tre punti.

Sezione: Notizie / Data: Mar 02 aprile 2024 alle 11:34
Autore: Gabriele Foschiatti
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