A poco più di 2 mesi e mezzo dalla fine del campionato in casa Udinese non si è ancora trovato la soluzione ad uno dei problemi più evidenti sin da settembre: il titolare della corsia di destra. Inutile perdersi in tecnicismi e lezioni di tattica, tutti noi abbiamo ben presente che nel 352 (modulo tristemente insindacabile in casa bianconera) sono i quinti, gli esterni a tutta fascia, a fare la differenza tra una stagione di crescita e una di lenta agonia nella palude della lotta salvezza. Abituati negli anni a vedere comparire insolite scommesse, i tifosi bianconeri quanto meno si sono goduti la nascita di giovani stelle come Udogie Molina​​​​​​, che pur concedendo qualcosa a livello difensivo in fase d'attacco erano degli Unni. Giocatori che infatti hanno presto preso il volo verso lidi più lieti (e blasonati), nel classico ricambio stagionale della formazione friulana. Un ricambio che quest'anno però ha clamorosamente penalizzato i Friulani. 

Le scommesse infatti si sono rivelate più che altro dei buchi nell'acqua, quanto meno a destra. Se sulla fascia sinistra infatti Cioffi sembra aver trovato una certa stabilità col duo Kamara-Zemura​​​​​​, dall'altra parte la nave bianconera continua a navigare lungo rotte burrascose. Ebosele ha mezzi atletici paurosi, ma ha ancora bisogno di crescere (e non poco) sul piano tattico e mentale, come evidenziato dall'ingenuità costata carissima contro la Salernitana. Ehizibue sembrava in crescita, ma essere sostituiti pochi minuti dopo il proprio ingresso in campo è un segnale di bocciatura dal carattere piuttosto definitivo. Con Ferreira che sembra aver trovato la sua dimensione da braccetto difensivo, nonostante probabilmente il suo vero potenziale verrebbe alla luce da terzino classico di una difesa a quattro, l'ultima soluzione è sacrificare il capitano: il Tucumano Pereyra sarà chiamato ancora una volta a immolarsi per tappare la falla che mina l'intera struttura bianconera. Una decisione sicuramente sofferta, tanto per lui quanto per lo staff, perché ne riduce le potenzialità offensive  (e di conseguenza anche quelle della squadra) e costringe un fisico già martoriato dagli infortuni agli straordinari, con compiti difensivi che spesso si preferisce evitare a giocatori di una certa classe (e ormai di una certa età). Sappiamo bene che l'argentino ha un cuore enorme ed è un professionista esemplare, non sarà di certo lui a rifiutare di sporcarsi le mani per il bene della squadra. Il problema è a monte: come può la società non intervenire a sanare queste difficoltà evidenti in vista di una così complicata lotta salvezza? Come si può costringere l'allenatore a rinunciare ad una pedina così preziosa (e delicata!), impiegandola in un ruolo così limitante? Senza dubbio è un punto su cui riflettere con attenzione nella costruzione della squadra, l'anno prossimo. Sperando di dover preparare ancora una volta una rosa da Serie A e non una da Serie B. 

Sezione: Notizie / Data: Lun 18 marzo 2024 alle 19:58
Autore: Gabriele Foschiatti
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