Mal comune, mezzo gaudio. Sono in molte le società che si sono guadagnate la Lega Pro unica, o che la vorrebbero tramite i ripescaggi, che devono risolvere la grana-stadio. Per l'iscrizione sarà infatti fondamentale avere un impianto a norma: problema non da poco per il Pordenone, campione d'Italia in Serie D, che adeguerà il Bottecchia, l'impianto cittadino, ma difficilmente riuscirà a farlo in tempo per l'inizio del campionato. Così, come riportato dalla versione online del Messaggero Veneto, è caccia ad un impianto che possa ospitare le prime partite della prossima stagione, quella del ritorno tra i professionisti dopo oltre dieci anni.
Ma per la Lega Pro l'impianto "secondario" non può essere in una regione diversa da quella in cui ha sede la società in questione. E per i neroverdi questo è un dilemma, visto che il Friuli di Udine non sarà agibile per lavori e che il Rocco di Trieste ospiterà per le prime partite della stagione 2014/2015 la Triestina e, appunto, l'Udinese. Il Pordenone ha chiesto una mano all'Udinese per giocare lo stesso al Friuli ma la risposta del club bianconero è stata un secco no, data già la difficoltà ad usufruire dello stesso impianto degli uomini di Stramaccioni.

Inoltre ospitare un'altra squadra nel cantiere del Friuli significherebbe rallentare di molto i lavori già programmati nelle settimane in cui l'Udinese giocherà fuori casa. Altri impianti a norma in Friuli non ce ne sono. La soluzione-ponte trovata dal Pordenone sarebbe il Mecchia di Portogruaro, che però è in Veneto. E la Lega non sembra disposta a fare strappi alla regola. Così, il club pordenonese ha deciso di appellarsi alla FIGC. "E' la nostra ultima speranza", ha affermato il dg Migliorini.

Sezione: Notizie / Data: Gio 26 giugno 2014 alle 09:00
Autore: Stefano Pontoni
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