“E’ profondamente sbagliato che la bandiera del Friuli sia stata bandita dallo stadio di Udine durante la partita della Nazionale italiana”. E’ il commento del capogruppo delle Lega in Consiglio regionale, Mauro Bordin, che ha depositato un’interrogazione a risposta immediata (Iri) proprio sul diniego di esposizione della bandiera della regione storica del Friuli (bandiere dal Friûl) allo stadio udinese. La Iri sarà discussa in Aula questi giorni. La bandiera del Friuli – ricorda Bordin – è ufficialmente riconosciuta dalla legge regionale n. 27 del 2001, che tutela i simboli delle minoranze linguistiche, ed è esposta di diritto nei Comuni e nelle provincie friulanofone. La tutela della minoranza friulana è presente anche nella legge n.

482 del 1999. “Ad alcuni tifosi, recatisi ad assistere sabato scorso, 23 marzo, alla partita della squadra di calcio della Nazionale italiana con la Finlandia – spiega l’esponente della Lega – è stato imposto di lasciare i vessilli con l’aquila patriarcale all’ingresso dello stadio. Riteniamo che l’applicazione restrittiva del regolamento dello stadio sia stata eccessiva. In base al regolamento dello Stadio Friuli, potevano essere esposti solo i simboli nazionali dei Paesi in campo, ma essendo il Friuli parte integrante della comunità nazionale e rappresentando quindi il vessillo del patriarcato una delle tante identità che compongono il mosaico di popoli che forma il nostro Paese, riteniamo che i tifosi avrebbero avuto tutto il diritto di esporre quel simbolo identitario che rappresenta per molti parte integrante del sentirsi membri della comunità nazionale”. Il consigliere della Lega chiede alla Giunta regionale di attivarsi tanto per scongiurare che simili applicazioni rigide del regolamento si ripetano, quanto per tutelare anche in ambito sportivo tutte le minoranze presenti in Friuli Venezia Giulia.

Sezione: Notizie / Data: Lun 25 marzo 2019 alle 16:38
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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