Mister Paolo Zanetti ha presentato la gara in conferenza stampa: "Siamo in un momento sfortunato e prima o poi ne usciremo. In questa settimana abbiamo cambiato qualcosina per cercare di variare la nostra routine, cercando di cambiare un po' l'inerzia, rimanendo lucidi su ciò che di buone sappiamo e possiamo fare. Nella prossima partita avremo una nuova chance per cambiare il nostro futuro".
Come leggi questo momento della squadra?
"Per i primi minuti si va a ragionare sull'approccio, spesso lo sbagliamo e lo abbiamo sbagliato anche contro lo Spezia nei primi dieci minuti, questo non vuol dire prendere gol. La parola chiave in questo momento è paura, abbiamo paura, ansia da prestazione, mentre nei finali abbiamo timore di non farcela, dato dalla mancanza di autostima, che arriva quando non ci sono i risultati. L'anno scorso abbiamo vissuto esattamente il contrario, eravamo lanciati, quando non riuscivamo a fare risultato almeno arrivavamo al pareggio. Capire chi sei è il punto di partenza e ti dà umiltà, essere consapevoli dei propri limiti è determinante per qualunque professionista, ti consente di limare i difetti ed esaltare i pregi. Se siamo ancora in corsa è perché siamo riusciti a farlo almeno per parte del campionato, siamo in lotta con squadre che non sono più scarse del Venezia, spero non siano migliori, questo bisogna essere onesti e dirlo, non ci sono avversari più scarsi. In questo momento non abbiamo uno stato d'animo che ci permette di esprimerci al meglio, non è un discorso solo di squadra ma anche individuale, non è una colpa di nessuno. Sto lavorando tantissimo sull'aspetto psicologico, abbiamo tante culture diverse, ci sono giocatori abituati a una certa mentalità, altri invece abituati ad affrontare i momenti di difficoltà in altra maniera. Una difficoltà interna data da una costruzione quantomeno particolare della rosa, dove io magari ho difficoltà comunicative, per quanto io mi stia impegnando a imparare al meglio l'inglese, ma non è facile entrare nei cuori parlando un'altra lingua. Abbiamo problematiche normali, non insormontabili e che non sono un alibi. Stiamo tutti cercando di unirci e fare squadra, anche staff e dirigenti".
Come stanno i ragazzi?
"Qualche problemino ce lo abbiamo, sia Aramu che Vacca si sono affacciati per la prima volta con il gruppo e Mattia probabilmente sarà costretto a stringere i denti, ha una distorsione alla caviglia. Nsame ha avuto un po' di infiammazione e non ha lavorato appieno, ma ci sarà. Le condizioni dunque mi porteranno a fare alcune scelte calcolando che devo avere in campo chi sta meglio".
Caldara potrebbe accomodarsi in panchina dopo l'errore?
"Non ho mai tolto un giocatore perché ha fatto un errore, faccio scelte in base alla reazione post errore, se vedo che mette la testa sotto la sabbia magari lo tengo un attimo a riposo, viceversa invece lo lascio al suo posto. Non cambio mai per dare una colpa, ho fatto scelte perché magari le situazioni si sono trascinate, faccio cambi solo se l'atteggiamento è sbagliato, tutti sbagliamo, l'errore fa parte del gioco".
L'attacco è da un po' che non segna, come la vedi? Un commento sull'Udinese?
"L'Udinese è una squadra veramente forte, ultimamente sta bene, è una squadra che meriterebbe classifica diversa. Sono micidiali in ripartenza, una squadra molto fisica e che sa punirti negli spazi che lasci per scoprirti, così come la difesa sa tenere bene, non è una squadra che presenta molte falle. Questi sono i nostri avverasari, siamo in Serie A, spesso ho preferito non tessere le lodi dei nostri avversari, perché sembra che partiamo sempre indietro rispetto a loro, però abbiamo battuto squadre più forti dell'Udinese, così come abbiamo perso contro squadre meno forti dell'Udinese. Per vincere le partite bisogna alzare i numeri, probabilmente un pareggio con lo Spezia ci sarebbe servito per alzare l'autostima, pur non cambiando troppo la situazione in classifica, quando ti affacci venti volte nella metà campo avversaria devi segnare, quando non succede è colpa di tutti, è questione di essere più produttivi e più cattivi, prendersi più responsabilità, essere meno individualisti, più lucidi, perché quella è la nostra difficoltà, in A il gol è facile prenderlo, dobbiamo farli i gol, è Serie A se riesci a far male, non se non prendi e fai gol, se segni metti anche l'avversario in condizione psicologica diversa. Dobbiamo tornare a vedere i nostri ragazzi festeggiare".
Panchina salda?
"Se sono ancora qua è perché la società crede nel lavoro che faccio e nel lavoro che ho fatto in passato, sono passato da San Paolo in un anno e mezzo a c****ne nel giro di due settimane, ma è normale. Se la società non credesse in quanto faccio mi avrebbe mandato a casa, non abbiamo accordi sotto banco sul fatto che devo restare indipendentemente da tutto. Se sono ancora qui è perché la società crede che io possa avere le capacità per cambiare questo momento, finchè penserà questo io sarò qui, poi se cambierà idea farà scelte diverse. Potrei restare qui cinque anni come fino a settimana prossima, fa parte del mestiere, non posso fare calcoli, penso per ora a battere l'Udinese e a trovare soluzioni".
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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