Marco De Crescenzo, giovanissimo centrocampista dell'Udinese Primavera si è raccontato a Giovins di ué, la rubrica dedicata ai talenti di domani della squadra friulana, questa la sua intervista:

“Sono Marco De Crescenzo, ho 18 anni, gioco centrocampista, abito a Staranzano, i miei genitori sono di origini napoletane e ho una sorella. I miei genitori sono stati molto importanti, soprattutto mio papà mi ha trasmesso questa passione fin da piccolo mi portava a giocare ai campetti anche contro gente più grande e se mi facevo male non importava. Ho cominciato a giocare in una scuola calcio, l’FM Monfalcone vicino casa, a 9 anni mi ha preso l’Udinese dopo un torneo giocato in estate e dopo dieci anni sono ancora qui. Quando è arrivata la chiamata dell’Udinese sono stato molto felice, ero a casa dei miei nonni giù a Napoli, sono saltato dalla gioia, anche i miei nonni erano molto felici per me. Quando sono tornato a casa anche i miei amici mi hanno fatto i complimenti, mi supportano tutt’ora”.

“I miei amici mi hanno dato molti consigli, quello di rimanere umile, anche a me hanno chiesto consigli, mi chiedono come sia giocare qui. Gli dico che è difficile perché devi sempre dare il massimo, altrimenti non resti. Essere un giocatore imprescindibile per questa squadra mi dà molta fiducia, sia lo staff che i compagni mi aiutano, non mi fanno mai sentire in errore e nei momenti di difficoltà mi aiutano, quando c’è un errore tecnico o un comportamento non giusto per la squadra, mi dicono sempre di rimanere coeso con il gruppo perché sono uno dei ragazzi più grandi e quindi devo dare l’esempio anche ai più piccoli”.

I comportamenti e gli atteggiamenti trasmessi nelle giovanili:
“I giusti comportamenti secondo me sono il rimanere umili, il non montarsi la testa se si gira con i più grandi, ascoltare quel che ti dicono. Giocare per l’Udinese per me è una grande soddisfazione, in ogni categoria mi è stato trasmesso il giocare con gioia, senza pressioni, si crea un gruppo e una squadra non pensando a se stessi ma alla squadra”.

La prima squadra è nel mirino:
Sicuramente l’obiettivo prima squadra per me è un sogno, il prossimo anno spero di rimanere nei professionisti. Giocare con giocatori più forti di me che guadagnano milioni è bello. Il rapporto con i miei genitori è bello, mi hanno sempre sostenuto fin da piccolo, non mi hanno mai messo pressione. Mi hanno detto di restare tranquillo anche se sbaglio nei momenti difficili. Anche i miei amici mi dicono di giocare tranquillo.

Dove si vede in futuro:
Tra 5-10 anni mi vedo, spero, tra i professionisti e voglio continuare a coltivare questa passione nata fin da piccolo, non fermandomi nei momenti difficili e cercare di migliorare, di arrivare in Serie A o di più, ovvero la nazionale, un traguardo molto importante che ancora non ho raggiunto, spero di riuscirci fra poco. Giocare per la nazionale significa per me dedizione alla maglia, come sto facendo all’Udinese. Il mio sogno più della Serie A è la nazionale, vincere un mondiale sarebbe bello ma è difficile pensarci ora, rimane un sogno che spero si realizzi”.

Sezione: Giovanili / Data: Ven 31 maggio 2024 alle 18:33
Autore: Davide Marchiol
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