L'ultima volta che Panagiotis Kone aveva calcato il campo dello stadio Renato Dall'Ara di Bologna era l'11 maggio 2014 e quel giorno la sconfitta rimediata contro il Catania costò ai padroni di casa la retrocessione in Serie B. Il greco era il capitano di quella squadra e subì tra le lacrime la contestazione dei tifosi. Quel pianto segnò la fine del rapporto con il Bologna e da lì a poche settimane Panagiotis scelse Udine per rilanciarsi. Il primo anno è stato costellato di infortuni e acciacchi che lo hanno fortemente limitato. Inoltre la stagione poco esaltante dei friulani non lo aiutò ad esplodere. L'avvio del nuovo campionato doveva segnare la sua consacrazione ma fino a questo momento di pregevole c'è stato solamente l'assist per il gol partita di Thereau allo Juventus Stadium. Poi l'errore in disimpegno contro la Lazio e l'ingenua espulsione rimediata contro l'Empoli.

Episodi che hanno fatto sorgere qualche perlessità tra i tifosi. Ora Kone ha l'occasione per rifarsi, giocando in un ruolo verosimilmente più congeniale alle sue caratteristiche. Ironia della sorte lo farà affrontando il suo passato. Certamente rivedere quello stadio, con tutti i ricordi di tre splendide stagioni in rossoblu, si farà sentire. Si spera che domenica il greco riesca a vincere l'emozione, superando i fantasmi del passato e si sbloccandosi definitivamente. L'Udinese ha bisogno di lui per tornare a gioire e lui deve assolutamente ritrovarsi per sognare traguardi ambiziosi. Il tempo a disposizione per zittire gli scettici e per dimostrare di essere ancora determinante per il progetto friulano sta scorrendo via rapido ed inesorabile.

Sezione: Focus / Data: Sab 26 settembre 2015 alle 08:00
Autore: Federico Mariani
vedi letture
Print