Lo spettro indesiderato di gara 5, quello che in pochi nell’ambiente delle Aquile si attendevano con la brillante conclusione di gara 2 una settimana fa al Palagesteco e al termine del terzo periodo di gara 4 sul campo dei bergamaschi della WithU, si è purtroppo concretizzato dopo l’incredibile black-out in cui i ducali, avanti di 14 lunghezze, non hanno segnato lo straccio di un punto per sette interminabili minuti in cui invece i “fucili” orobici, che avevano sparato a salve per 3 quarti dell’incontro, hanno iniziato a colpire il bersaglio a ripetizione infliggendo un tremendo quanto imprevedibile 20-0 ai cividalesi.
Mercoledì otto giugno con inizio alle ore 20,00 andrà quindi in scena in via Perusini l’ultimo atto della sfida di semifinale tra le Aquile ducali e Bergamo, compagine che in questi play-off ha sciorinato capacità fisiche e atletiche, ma soprattutto psicologiche davvero temibili, riuscendo a ribaltare da 0-2 la serie del turno precedente contro Legnano, violandone il parquet a gara 5, prima di riuscire a concedere un velenoso bis contro Cividale, risalendo da 0-2 ma soprattutto portando a casa una gara quattro in maniera francamente incredibile per quanto si era visto sul parquet orobico, con gli uomini di Pillastrini che, nonostante le polveri troppo bagnate oltre ogni attenuante e prima dell’harakiri conclusivo, avevano condotto al meglio, l’incontro che doveva portarli dritti in finale.
E’ un momento in cui tutti coloro che hanno a cuore il destino delle Aquile dovranno stringersi intorno ai ragazzi del Presidente Micalich e accorrere più numerosi che mai sui seggiolini di via Perusini per incitarli ad andare oltre ad un ostacolo che si è fatto davvero molto più impegnativo di quanto si potesse immaginare dopo il 3-0 inflitto a Livorno e il 2-0 con cui la truppa aveva viaggiato verso Bergamo per mettere a segno il match point e preparare al meglio la finalissima contro San Vendemiano o Vigevano, anche loro in perfetto equilibrio sul 2-2 dopo i primi quattro incontri.
La speranza di non vanificare una stagione condotta, fino all’ultimo quarto di domenica scorsa, in maniera strepitosa e a tratti anche autorevolmente con una serie di 31 vittorie e solo 5 sconfitte, sta riempiendo in questa vigilia l’atmosfera nella Città Ducale, assieme ad una marea di scongiuri sui quali è meglio non approfondire.
Su di un piano più squisitamente tecnico analizziamo ora su cosa puntellare le legittime aspettative e speranza del clan Gesteco e della tifoseria e cosa invece invece sta facendo ai medesimi perdere il sonno dopo la debacle di gara quattro.
Iniziamo dalle note incoraggianti, in ordine sparso:
IL PALAGESTECO - Il parquet di via Persusini è inviolato dal 17 aprile 2021 e da quando le Aquile hanno spiccato il loro volo nell’ottobre 2020, solamente in una occasione sono state “abbattute”, peraltro in un match con Montegranaro senza particolari motivi di classifica; è ragionevole pensare che domani sarà più che mai una marea gialla e possa continuare ad essere un fattore importante nell’economia del match.
IL COACH - In un momento in cui gli aspetti psicologici pesano più di quelli atletici o tecnico/tattici, l’esperienza e le capacità di un coach di 2 categorie superiori come Stefano Pillastrini rappresentano una garanzia per la migliore gestione di una gara oggettivamente delicatissima, da dentro/fuori, come quella di domani;
LA STATISTICA - E’ difficile che una squadra con un recordi di 31-6 e che non aveva mai perso prima di domenica due partite di fila in tutta la stagione possa perderne una terza e per lo più in casa; inoltre è altrettanto difficile che Cividale possa ripetere ancora una gara facendo registrare le percentuali al tiro da minibasket che invece si sono dovute annotare nel week-end in terra lombarda: gli avversari, pur vincendo entrambe i match e infilando canestri siderali in momenti chiave, non hanno sciorinato percentuali miracolose in attacco e sono sempre andati sotto nel computo dei rimbalzi totali.
LA MAGGIORE PROFONDITA’ E LA QUALITA’ DEL ROSTER - Anche su questo aspetto si possono fondare legittime speranze: il roster è composto da diverse “bocche da fuoco” con punti nella mani (Chiera, Battistini, Cassese, Almansi, Rota) e pensare che nella stessa sera facciano di nuovo tutte cilecca, come domenica, è assai difficile; inoltre Pilla può contare su uomini che consentono rotazioni e diverse soluzioni tutte di valore all’interno di un match, situazione che a questo punto della stagione è ragionevole pensare possa costituire una marcia in più, nonostante Bergamo abbia dimostrato di volta in volta che di avere i soliti 5 titolari molto simili ad “Highlanders”.
Ecco cosa invece toglie il sonno:
L’INERZIA DELLA SERIE - Il vento è in poppa alla nave bergamasca, che ha già dimostrato ampiamente e con successo di esaltarsi in circaostanze disperate, da spalle al muro, ribaltando avversari forti e con panchine certamente più attrezzate, mentre Cividale si trova per la prima volta in tutta la stagione ad affrontare una situazione imprevista e da dentro/fuori con il pericolo di incepparsi sul più bello, vanificando così il lavoro di un’annata in cui ha macinato avversari su avversari come una macchina fuori-serie. Ora il peso e la paura del “fallimento” sportivo sono più sulle spalle della Gesteco, che su quelle della WithU che il miracolo in ogni caso l’ha già compiuto: i palloni potrebbero pesare molto più tra le mani di Chiera e compagni che in quelle di Savoldelli, Isotta e soci.
L’AVVERSARIO - Bisogna ammettere che Bergamo ha stupito tutti quanto a “garra” e capacità di “non mollare mai”, nonostante il roster non proprio “lungo”, le gare disputate in più e in pochi giorni: gli osservatori più attenti avevano fatto notare anche al termine di gara 2, quella conclusa con il roboante 91-68 per la Gesteco, che Dell’Agnello e compagni non avevano mai gettato la spugna, neanche quando erano sprofondati nel punteggio.
Insomma, possiamo concludere che al di là di tutte le tante considerazioni agonistiche, tecnico-tattiche e scaramantiche che si possono fare, queste partite si vincono con il cuore e la migliore gestione dei nervi e quindi, nonostante tutto, l’ambiente sportivo che segue con passione le Aquile e i loro dirigenti debbano guardare a domani certo con preoccupazione, ma sicuramente anche con grande fiducia. Non prima però di aver fatto la propria parte, tirando a lucido il “fortino” di via Perusini, vestendolo di giallo e facendolo esplodere di tifo come una polveriera.
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