Al giorno d’oggi viene assai difficile spiegare ad un giovane la portata storica del passaggio di Zico all’Udinese nell’estate del 1983. Soprannominato Pelè Bianco perché considerato in patria come l’unico vero erede del grande “O Rei”, Zico fu idolo indiscusso del grande Flamengo nonchè stella più luminosa di quel favoloso Brasile 82 fermato sul più bello nella corsa Mundial da quel ciclone chiamato Paolo Rossi. Il Galinho all’epoca era semplicemente il giocatore più forte del pianeta che alle scintillanti metropoli con stadi e squadre di alto livello preferì la tranquilla provincia friulana ed una squadra, l’Udinese appunto, che da piccola provinciale sognava di entrare nell’olimpo delle grandi del calcio.
Artefice di questo sogno fu Lamberto Mazza che nel 1981 da presidente della Zanussi divenne proprietario dell’Udinese subentrando a Teofilo Sanson, colui che riportò l’Udinese nel calcio di livello dopo tanti anni di purgatorio. Nei primi due anni di presidenza, Mazza seppe costruire a piccoli passi una squadra di valore che mantenne la massima categoria nella prima annata per poi conquistare un ottimo sesto posto nella stagione 1982/1983, il miglior risultato dei bianconeri dai tempi del grande Bigogno. L’acquisto di Zico nell’estate del 1983 rappresentava il grande colpo di mercato in grado di garantire finalmente l’ambito salto di qualità, anche perché il brasiliano andava ad inserirsi in una squadra che poteva contare su campioni del calibro di Causio, Mauro e Virdis, plasmati in campo da mister Enzo Ferrari. Il brasiliano sin dalle prime uscite non tradì le attese, entusiasmando i tifosi con giocate spettacolari e goal memorabili, dei quali si ricordano soprattutto quelli da calcio piazzato, siglati con una maestosità unica ed una puntualità mai vista in Serie A. Zico fu un caso più unico che raro nel calcio italiano, perché il brasiliano fu vero e proprio oggetto di stupore e curiosità, attirando applausi e standing ovation non solo tra le mura amiche ma anche negli stadi del resto d’Italia, con le tifoserie avversarie che puntualmente riempivano gli spalti solo per poter assistere alle gesta di quel campione fino ad allora ammirato solo alla televisione. Genova, Avellino e Catania furono solo alcuni degli stadi incantati dalle magie del Galinho, che non smise di stupire nemmeno negli stadi “tosti”, come ad esempio San Siro.
La prima alla Scala del Calcio. L’esordio di Zico a San Siro avvenne l’8 Gennaio 1984 in occasione della sfida contro i padroni di casa del Milan davanti a più di 70mila spettatori ansiosi di vedere all’opera il monarca brasiliano la cui aura da fuoriclasse oscurava senza problemi la squadra rossonera avara di campioni e ben lontana dai fasti del decennio precedente. La partita vedeva di fronte due squadre in fin dei conti piuttosto simili, entrambe carenti dal punto di vista difensivo, incapaci di gestire il gioco ma dotate di un buon impianto tecnico tattico che sapeva garantire folate offensive piuttosto apprezzate dalla platea.
La partita. Pronti via e dopo appena otto minuti l’arbitro Mattei punì con la massima punizione una leggera spinta di Cattaneo su Battistini. Dal dischetto Baresi non sbagliò, portando subito in vantaggio i suoi. Lo svantaggio iniziale non scoraggiò l’Udinese che anzi iniziò sin da subito a produrre gioco, prendendo il controllo del centrocampo e mettendo alle corde un Milan piuttosto statico e impacciato. Il pareggio fu solo questione di tempo e arrivò puntuale al minuto 40 grazie a Zico, lesto a ribadire in rete da pochi passi un pallone spizzato nell’area piccola da Virdis. La difesa rossonera, non all’altezza nella situazione del goal, venne presa ad esempio tre minuti più tardi dalla retroguardia friulana, che sul lato destro dell’area lasciò tutto solo Damiani abile a mettere in mezzo per Verza che di sinistro in semi girata indovinò l’angolo giusto battendo l’incolpevole Brini. L’Udinese stavolta accusò il colpo e nella ripresa fu il Milan a fare la partita andando vicinissimo al terzo goal con Damiani fermato solo da un clamoroso doppio palo colpito a Brini battuto. L’Udinese rispose in maniera sterile, e al minuto 81 capitolò per la terza volta. L’azione partì dalla sinistra con un cross in area per Battistini che mise al centro di prima intenzione per Blissett che da pochi passi insaccò mettendo (quasi) in ghiaccio l’incontro. Il quasi è d’obbligo quando ti trovi di fronte campioni come Causio e soprattuto Zico, con quest’ultimo che nel giro di pochi minuti salì in cattedra ribaltando una gara sulla carta ormai ampiamente compromessa. Al minuto 84’ lo scambio al limite dell’area tra Zico e Causio è da manuale del calcio, con il barone bravo ad indovinare un cucchiaio chirurgico per il brasiliano che spalle alla porta si inventò una rovesciata degna di un campione del suo calibro. Il goal fu straordinario, sicuramente il più bello tra quelli siglati in bianconero e uno dei più belli della serie A anni 80. La rete subita gelò i rossoneri che tirarono i remi in barca lasciando all’avversario il pieno controllo del terreno di gioco. Tre minuti più tardi arrivò il pareggio dei bianconeri, nato da un’ azione orchestrata dal solito Zico, sviluppata da Virdis abile a servire Causio in area che liberatosi facilmente di Tassotti lasciò partire un radente perfetto che si insaccò alle spalle di Piotti.
Finì 3-3, risultato giusto per una partita divertentissima e ricca di spettacolo, probabilmente ben poco importante a livello storico ma ancora oggi esibita con vanto come una delle prestazioni più belle del Galinho a Udine.
8.1.1984 - MILAN - UDINESE 3-3
MILAN: Piotti, Tassotti, Evani (86' Spinosi), Icardi, F. Galli, Baresi II, Carotti (65' Manzo), Battistini II, Blissett, Verza, Damiani - All.: Castagner
UDINESE: Brini, Galparoli, Cattaneo, De Agostini, Edinho, Miano, Causio, Marchetti (79' Danelutti), Mauro II (73' Pradella), Zico, Virdis - All.: Ferrari
Reti: 8' rig. Baresi II, 40' Zico, 43' Verza, 81' Blissett, 84' Zico, 87' Causio
Arbitro: Mattei
Maurizio Pilloni - TuttoUdinese
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