A partire dal 1997, l’Udinese ha preso parte alle manifestazioni europee in undici occasioni, alternando grandiose cavalcate a figuraccie indegne della gloriosa storia del club friulano. Siccome la storia di un club non è fatta solo di grandi imprese, quest’oggi vogliamo soffermarci su uno dei maggiori rimpianti europei della storia bianconera. Per fare ciò dobbiamo tornare indietro di ben undici anni, precisamente alla stagione 2004/2005,  tanto straordinaria in patria (quarto posto in campionato e semifinale di Coppa Italia) quanto deludente in Europa. Condottiero di quella squadra, tra le più apprezzate della storia recente friulana, era Luciano Spalletti, tecnico toscano di Certaldo, che dopo una fugace ma redditizia esperienza friulana nella primavera del 2001, divenne tecnico dell’Udinese in pianta stabile a partire dall’annata 2002/2003 restando alla guida del club bianconero per tre indimenticabili stagioni.

Il sorteggio. L’urna di Nyon abbinò l’Udinese (testa di serie) al Panionios, modesta squadra greca con un palmares piuttosto scarno ma con una discreta esperienza europea alle spalle. La rosa del Panionios in verità non sembrava destare particolari preoccupazione, tant’è che i greci alla vigilia rappresentavano l’occasione perfetta per vendicare con il calcio ellenico la cocente eliminazione patita dai bianconeri nel 2000 a Salonnico contro il PAOK che si impose con un rovinoso 3-0 ai supplemetari ribaltando l'1-0 friulano dell'andata. 

Primo round in terra greca. La gara di andata si giocò il 16 Settembre 2004 allo stadio Helliniko Olympic Complex, impianto da 15000 posti tutti esauriti per l’occasione. L’Udinese arrivò in Grecia in precarie condizioni fisiche, una situazione che si era già palesemente evidenziata in campionato nel match pareggiato quattro giorni prima al Granillo contro la Reggina (0-0). I greci presero sin dai primi minuti il controllo del match rendendosi pericolosissimi soprattutto sui calci da fermo grazie a Giannopoulos, armadio umano alto due metri, praticamente immarcabile sui palloni alti. Dopo due grandi parate di De Sanctis al decimo minuto e un miracoloso salvataggio di Cribari sulla linea di porta al 23esimo, al minuto 27 i greci passarono in vantaggio grazie a Dodd bravo a incornare un cross perfetto dalla sinistra di Meszaros. L’Udinese, fin li imballata e giunta in Grecia quasi come spettatore non pagante, con un imponente moto d’orgoglio trovò dopo appena un minuto il goal del pareggio con Pinzi che con un preciso destro dal limite dell’area trafisse l’incolpevole Drobny. Il goal fu soltanto un fuoco di paglia perché i greci mantennero costantemente il controllo del match contro un’Udinese i cui uomini migliori, Pizarro e Jankulovski su tutti, stentarono ad entrare in partita. Sul finire del primo tempo l’incubo Giannopoulos divenne realtà con il gigante greco bravo ad insaccare di testa su corner di Parodi. La premiata ditta Parodi - Giannopoulos concesse anche il bis al 14esimo della ripresa siglando il 3-1 grazie  all’ennesimo calcio da fermo battuto da Parodi e insaccato da Giannopoulos, tra l’incredulità della retroguardia bianconera e la rabbia smisurata di un furente Spalletti. Ancora adesso è lecito chiedersi come Giannopoulos, difensore lento e macchinoso e di certo non passato alla storia come grande goleador (e nemmeno come grande campione), possa essere diventato per una sera un incubo contro il quale non si sia riusciti ad attuare alcuna manovra difensiva adeguata. Misteri del calcio verrebbe da dire, ma è più lecito ammettere che a quella squadra, bella e spumeggiante in Italia, mancasse quel DNA Europeo che a conti fatti non possedeva nemmeno il suo tecnico, fantastico nel Belpaese quanto (spesso) fallimentare in Europa. L’Udinese nel finale ebbe l’opportunità di accorciare le distante ma Iaquinta (82’) di testa non riescì ad impensierire Drobny. Finì 3-1 per i greci, ed impietosi furono i titoli dei quotidiani sportivi che il giorno dopo parlarono di “tabù Grecia” e di “Grecia amara” mettendo in risalto la pochezza messa in campo dagli uomini di Spalletti.

Una rimonta difficile ma non impossibile. Il ritorno si giocò quattordici giorni dopo, il 30 Settembre 2004, allo stadio Friuli davanti a  20000 tifosi pronti a spingere la squadra verso una rimonta definita alla vigilia possibile, a patto di giocare un match all’opposto rispetto a quello dell’andata. Spalletti rivoluzionò il 3-5-2 visto in Grecia passando ad un super-offensivo 3-4-3 con Iaquinta al posto di Fava sostenuto in avanti da Di Natale e Di Michele. A centrocampo Belleri a Mauri lasciarono il posto a Muntari in un centrocampo a quattro completato da Jankulovski, Pizarro e Pinzi. L’unico reparto confermato fu la difesa con Cribari, Kroldrup e Bertotto davanti a De Sanctis. Che il copione rispetto all’andata fosse diverso lo si intuì già nei primi minuti con due limpide occasioni capitate prima a Iaquinta (5’) e poi a Jankulovski (7’) sprecate entrambe in malomodo. Le scorribande offensive dei friulani costruite dai folletti Di Michele e Di Natale misero in grande apprensione la retroguardia greca, con il gigante Giannopoulos, giustiziere dei friulani all’andata, in costante difficoltà contro la rapidità degli attaccanti bianconeri. Proprio Giannopoulos al 32esimo è protagonista di un fallo netto in area di rigore ai danni di Di Natale che solo l’arbitro dell’incontro, il ceco Benes, non vide lasciando tranquillamente proseguire il gioco. Tre minuti più tardi ancora Di Natale protagonista con un missile dai trenta metri che si stampò sulla traversa. Nonostante le numerose occasioni il primo tempo terminò 0-0 e nella ripresa il copione non mutò di una virgola. In una serata già di per sè difficilissima, a divenire protagonista in negativo fu l’arbitro Benes autore di una direzione di gara gravemente lacunosa. Al decimo della ripresa Vlcek (già ammonito) sferrò una ginocchiata a Di Michele che per Benes non fu meritevole di secondo giallo. Il cartellino (rosso) arrivò invece tre minuti più tardi per Jankulovski che preso dai nervi colpì con una pallonata un difensore avversario steso a terra dopo un fallo. Con l’Udinese in 10 e con un due goal da segnare, Spalletti rivoluzionò la squadra inserendo Alberto e Mauri per Kroldrup e Pinzi. Proprio Alberto al 64esimo andò vicino al goal trovando la pronta risposta di Drobny. Il Panionios con l’uomo in più provò a rendersi più pericoloso e al 70esimo con Breska fallì clamorosamente il match ball a porta sguarnita. La gara ricca di emozioni ebbe un altro sussulto quattro minuti dopo con Iaquinta che all’altezza del dischetto del rigore calciò clamorosamente a lato. Fu l’anticamera del goal che arrivò al 41esimo della ripresa con Mauri che si inventò un goal da antologia con un sinistro meraviglioso che si infilò all’incrocio dei pali riaprendo il match e facendo esplodere di gioia i 20000 tifosi banconeri del Friuli. Nel finale successe di tutto, prima con Mauri che in semi-rovesciata si vide il 2-0 negato da una deviazione involontaria di Iaquinta, poi con l’arbitro Benes che si rese ancora protagonista in negativo  negando due rigori solari, uno per un netto fallo su Fava, l’altro per un tocco di mano clamoroso in area di Giannopoulos (sempre lui) sul quale l’arbitro lasciò incredibilmente correre.

Finì 1-0 con i friulani eliminati come l’anno precedente al primo turno. Un vero shock per tutto il pubblico di casa che inviperito per la direzione di gara dell’arbitro Benes (scortato a fine gara dai dirigenti friulani) si lasciò andare al coro “Ladro!Ladro!” che coprì i cori entusiastici dei pochi tifosi greci giunti in Italia. Fu una brutta delusione per l’Udinese che fortunatamente ebbe modo di rifarsi alla grande in campionato e soprattutto in Europa l’anno successivo dove in Champions League la squadra allenata da Cosmi si comportò egregiamente. Alla base di questa eliminazione ci fu una gara d’andata giocata malissimo dai friulani, forse poco consci del valore dell’avversario fra le mure amiche. Il ritorno vide una sola squadra in campo, ma oltre all’arbitraggio molto discutibile (una costante in quasi 120 anni di storia) a fare la differenza fu la poca lucidità sotto porta con almeno sei palle goal sprecate in maniera imperdonabile. Per la cronaca il Panionios fu eliminato al turno successivo nel girone di qualificazione che comprendeva anche Newcastle, Sochaux, Sporting Lisbona e Dinamo Tbilisi.

 

16/09/2004 PANIONIOS - UDINESE 3-1

PANIONIOS: Drobny, Giannopoulos, Vlcec,Domoraud, Dodd(st Lagonikakis), Zimonjic, Tziolis, Spiropoulos, Parodi(39' st Markora), Breska (42' st Mantzios), Meszaros (in panchina: Colceag, Makos, Tsiolis, Exouzidis). All.: Pecze.

UDINESE: De Sanctis, Kroldrup, Cribari, Bertotto, Jankulovski, Pinzi, Pizarro, Mauri (32' st Muntari), Belleri, Fava (st Iaquinta), Di Michele (11' st Di Natale). (In panchina: Bonaiuti, Felipe, Pazienza, Alberto). All.: Spalletti.

ARBITRO: Mendez (Spa).

RETI: nel pt, 27' Dodd, 28' Pinzi, 46' Giannopoulos; nel st 14' Giannopoulos.

30/09/2004 UDINESE - PANIONIOS 1-0

UDINESE: De Sanctis, Bertotto, Cribari, Kroldrup (11' st Mauri), Jankulolvski, Pinzi (18' st Alberto), Pizarro, Muntari, Di Michele (29' st Fava), Di Natale, Iaquinta. (In panchina: Bonaiuti, Felipe, Pazienza, Belleri.)

Allenatore: Spalletti.

PANIONIOS: Drobny, Domoraud, Giannopoulos, Vlcek, Dodd, Zimonjic (24' st Goundoulakis), Lagonikakis, Spiropoulos, Makos (45' st Mantzios), Parodi (26' st Markora), Breska. (In panchina: Colceag, Exouzidis, Meszaros, Xidis.)

Allenatore: Pecze.

ARBITRO: Benes (R. Ceca).

RETE: nel st al 38' Mauri.

Maurizio Pilloni - TuttoUdinese.it

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Sezione: Storie Bianconere / Data: Gio 11 febbraio 2016 alle 10:30
Autore: Maurizio Pilloni
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