Oggi più che mai non servono parole. Poco da dire, contro il Chievo ultimo in classifica e con un piede già nella fossa bisogna vincere e basta. Tutto il resto non conta nulla, conterà solo e soltanto il risultato finale. Alle 17 sapremo quale sarà destino dell'Udinese. Un punto non basta, ne servono tre per provare ad allontanare le paure della B. 

Non sarà facile, guai a pensarlo. Servirà una grande prestazione per avere la meglio dei clivensi. Attenzione a sottovalutare i mussi volanti, con Di Carlo in panchina sono un'altra squadra rispetto a quella superata agilmente all'andata, quella di Udine per loro davvero è una delle ultime, se non proprio l'ultima in assoluto, chiamata. Una squadra che gioca male ma che soprattutto fa giocare male e questo può essere per l'Udinese il grande problema. I bianconeri, che si esaltano con le grandi quando possono chiudersi a riccio e poi ripartire in contropiede, soffrono terribilmente queste partite contro squadre compatte e catenacciare nelle quali sono per forza chiamati a costruire gioco. Per questo motivo non basterà ripetere quanto fatto a Torino, dove per 70 e passa minuti si è rimasti arroccati tutti nella propria metà campo. Lo stiamo dicendo da giorni, il Chievo oggi va attaccato. 

La paura? E' tanta. I fantasmi del passato sono lì, fanno tremare le gambe ai bianconeri. Nicola, nella conferenza pre partita, ha cercato di accrescere l'autostima dei suoi uomini. Sicurezze e motivazioni per avere il giusto piglio fin dall'inizio. Certo, l'Udinese non è quella descritta ieri dal tecnico, è tutt'altro che bella e sfortunata, ma in un momento delicato come questo è giusto anche provare qualche mossa psicologica. La testa nel calcio è fondamentale, molto spesso anche più dei piedi.

Un aiuto, come sempre, arriverà dai tifosi, pronti a mettersi alle spalle la protesta per star vicini alla squadra. Superare le difficoltà insieme, uniti, ci sarà tempo poi per confronti e chiarimenti. Oggi tutti devono essere uniti, tutti devono remare dalla stessa parte. Società compresa. Non a caso Gino Pozzo è arrivato in settimana da Londra per dare un segnale allo spogliatoio. Una presenza che servirebbe sempre e non soltanto quando le cose si mettono male ma quello è tutto un altro e oggi non conta. 

Perché oggi l'unica cosa che conta, l'unico must, è la vittoria. Vincere, il resto sono solo chiacchiere.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 17 febbraio 2019 alle 10:34
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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