Intendiamoci: onore a Cagliari, indomita formazione di basket, ed ai 2-300 tifosi che (non) assiepano il vetusto PalaPirastu; onore, rispetto quel che volete ma arrivare ad acciuffare l’overtime con un miracolo di Spanghero a pochi secondi dalla fine dopo aver segnato 16 punti nei primi 3’ di gioco non sa proprio di gran partita.

Suicidio Hertz: prima Miles, anima della sua squadra, tira sei liberi e ne segna uno solo; ma nonostante questo i suoi sono sopra di tre a 13’’ dalla fine: un coach ‘esperto’ chiamerebbe i suoi a fare fallo, invece battezzano Spongy che mette una tripla di carattere e coraggio.

Nell’overtime ci pensano un Simpson mai domo e Pinton con una tripla fondamentale dall’angolo; Cagliari (giocano sempre gli stessi sei o quasi) ha il fiato corto e 99-94 GSA.

Mi tengo i punti. Mi tengo il carattere di Nikolic (lasciato in panca a lungo e alla fine determinante con due triple fondamentali), di Pinton, di Trevis e Spanghero; lascio il resto, e mi faccio delle domande.

Cos’aveva Ciccio Pellegrino, che rimane in panca 35’ o quasi?

Cos’è passato per la testa a Cortese che si è ficcato in un tunnel contro una terna arbitrale che pareva non attendere altro?

Cosa pensava Powell, nel primo tempo immarcabile, quando ha preso una maglia con scritto ‘Udine’ gettandola in terra?

Del coach non dico nulla. Ha giustamente invocato maggior tranquillità fra i suoi, ma fin da venerdì mattina nervoso mi era sembrato proprio lui, sin dalla sala d’attesa dell’aeroporto di Treviso.

Sibilline le sue parole, che si riferiscono a ‘chi rimarrà nel progetto’: come a dire che qualcosa verrà cambiato. In campo o in panca? O magari come spesso accade ho capito male mio.

Dal punto di vista del rapporto fra potenziale ed efficacia Cagliari avrebbe meritato la vittoria: Johnson e Miles ce ne fanno 57 (e lo sapevamo), non ci saremmo attesi i 17 di Rullo e i 13 di Bucarelli. Cagliari mostra però la sua debolezza nel momento nevralgico della gara, quando esce esperienza e carattere udinesi.

Mi tengo i punti. Il resto non me lo tatuo, ma Udine queste gare non può permettersi di giocarle. Per rispetto verso la maglia, i colori, la proprietà e noi, che a diverso titolo (in curva o in tribuna stampa) prendiamo aerei per seguirli.

Basta. Parlato anche troppo di una gara modesta che la GSA ha provato a perdere senza riuscirci. Piccolo cantoncino per l’arbitraggio: non è né dev’essere una scusante, ma in una gara equilibrata hanno fischiato 29 falli contro una squadra, 17 contro l’altra concedendo di conseguenza 15 liberi agli ospiti e 36 ai domestici. Una direzione più equilibrata avrebbe forse prodotto una gara risolta in 40’. La GSA gioca male, ma ciò non toglie che quando si fischiano tecnici e antisportivi da una parte e non dall’altra in situazioni comparabili qualcosa non mi torna.

Si rientra in Friuli, dopo aver assaggiato un centinaio di eccellenze enoiche locali: per la prima volta, dagli anni della serie B, vedo vincere Udine in trasferta, e per me questo importa già.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 02 dicembre 2018 alle 08:35
Autore: Franco Canciani
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