Quarta sconfitta consecutiva e un momento assai delicato per tutto l'ambiente bianconero. Contro il Genoa l'Udinese si gioca tanto, forse tutto. Una partita spartiacque, che può segnare anche la fine dell'era Velazquez.
Al momento però la società, come giusto che sia prima di una partita così importante per la classifica, preferisce gettare acqua sul fuoco, difendendo a spada tratta il tecnico spagnolo. A confermargli la fiducia è stato direttamente il direttore tecnico bianconero Daniele Pradé: "E' un dovere quello di proteggere fino alla morte il nostro allenatore. Velazquez è stata una nostra scelta, in estate abbiamo puntato fortemente su di lui per aprire un nuovo progetto. E' un grande lavoratore, arriva la mattina alle 8 e va via alle 11 di sera. Vogliamo ripagare questa dedizione al lavoro, questo senso di appartenenza al club con la fiducia. Abbiamo stima della sua persona e del suo essere allenatore. Il fatto che dia tutto per il club è una cosa che mi piace da impazzire. In questi mesi nei quali ho conosciuto Velazquez, un allenatore che ora porto nel cuore e che che difenderò anche in maniera estrema. Dobbiamo continuare a supportarlo, a dare costanza al lavoro che stiamo facendo insieme, ad essere positivi. Questa squadra ha enormi potenzialità ma è giovane, serve ancora tempo per creare una mentalità. Dobbiamo avere fiducia di aspettare la crescita dei nostri giocatori. Anche lo stesso Velazquez necessita ancora di tempo per mettere in mostra le sue qualità. Se non credevamo fortemente in lui, non lo avremmo scelto.
E' normale che la sconfitta di sabato sia rimasta sullo stomaco, lo stesso è accaduto a me. Riguardando però la partita emergono anche sensazioni differenti. Il Napoli, stimolato dal parteggio della Juve, ha iniziato la partita con grande aggressivitià, giocando una prima parte di gara di assoluto livello. Fino al calcio di rigore però non si può dire nulla all'Udinese perché ha provato in tutti i modi a pareggiarla. Il pareggio poi non è arrivato e alla fine gli episodi hanno determinato la gara. Credo che il 3 a 0 sia un risultato bugiardo. Contro le grandi squadre se non sfrutti l’occasione va a finire che poi perdi. Io ho fatto il direttore per undici anni alla Roma e so bene cosa vuol dire essere una grande. Se non sfrutti l’occasione all’Olimpico o nel tuo stadio, sei morto. Grandi campioni, come quando avevo io Totti o Batistuta, prima o poi fanno gol, sono giocatori che la risolvono con una giocata. Devi essere fortunato in quella giornata che l’altra squadra non dia il 100%, in più se hai le occasioni, almeno una su tre la devi sfruttare.
In questo momento i risultati non ci danno ragione, però va fatta un'analisi complessiva del campionato. Alla prima giornata abbiamo affrontatato il Parma, una squadra del nostro stesso livello. Poi la Sampdoria che è sicuramente sopra a noi visto che il suo obiettivo è arrivare in Europa League, come poi anche la Fiorentina alla terza giornata ed il Torino alla quarta. Alla quinta giornata il Chievo, una partita alla nostra portata che abbiamo vinto. Poi è arrivata la Lazio che è una squadra da Champions, senza parlare di Juve e Napoli che fanno tutto un altro campionato. La nostra vera pecca, il nostro vero errore è stata la partita di Bologna che andava vinta. Avevamo fatto un primo tempo di qualità, vanificato però da una ripresa da dimenticare.
So che l'ottimismo non può bastare. Oggi è giusto essere preoccupati visto che le cose non vanno per il meglio. La preoccupazione fa parte di questo lavoro ma deve essere positiva, deve portare a trovare gli errori e a correggerli, a spingerci a lavorare ancora. Bisogna avere la coscienza a posto che il tuo lavoro lo fai al 100%, poi purtroppo nel campo ci sta l’avversario. Si vince e si perde e c’è anche chi è più forte di te. Dobbiamo metterci alle spalle la scorsa stagione dove tutto è andato male. Purtroppo sembra esserci una negatività cosmica quando invece servirebbe positività".
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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