E la montagna generò un topolino. Così si può riassumere Sampdoria-Udinese. La gara dello stadio “Luigi Ferraris” prometteva scintille ed emozioni. Per la verità, qualche sussulto c’è stato, in particolare quando Skriniar prima e Zapata e Thereau poi hanno cercato di trovare la via del vantaggio. Tuttavia, in generale, ha avuto la meglio la paura di scoprirsi e di non fare punti. La partita si è fatta sempre più tattica e congelata nelle sue dinamiche. Nonostante l’avvio di gara promettente, le due formazioni si sono annullate, con la Sampdoria più offensiva, ma poco propositiva, e l’Udinese più arroccata in difesa.

Dunque cosa rimane di questo 0-0? Sicuramente l’ottima prestazione collettiva in fase di contenimento. I bianconeri sono sempre stati ordinati ed attenti, non hanno mai concesso grandi spazi agli avversari. Questa è probabilmente la vera novità importata dal tecnico Delneri. Non c’è alcun giocatore fuori posto, ognuno è consapevole di essere una pedina importantissima nello scacchiere del Mister. Tutti sanno di dover occupare una casella precisa. Quando i friulani sono attenti e si muovono insieme, diventano un muro impenetrabile, capace di far rimbalzare indietro gli avversari, colpendoli in contropiede. Bisogna lavorare sulla continuità delle due fasi: ogni tanto intercorrono pause tra la difesa e l’attacco.

Chi esce bene da questa sfida è ancora una volta Danilo. Il capitano ribadisce di essere un giocatore profondamente cambiato dopo le intemperanze di qualche settimana fa. Ora è attento ai dettagli, non si fa prendere dall’istinto e dalla foga agonistica. E sa trascinare i compagni di squadra. Insomma, adesso sembra veramente un leader. Ottima anche la prestazione di un ritrovato Emmanuel Badu. Il centrocampista è una certezza della rosa bianconera. Quando c’è bisogno, lui risponde sempre presente a suon di tackle e palloni smistati. Sono due le delusioni di questo incontro. In primis, ha steccato Cyril Thereau: stavolta il francese, migliore in campo nelle ultime uscite, non ha lasciato il segno e si è lasciato andare al nervosismo per qualche errore di troppo. Non ha convinto nemmeno Rodrigo De Paul: mai un ‘invenzione, un guizzo, un lampo dei suoi. Se per il transalpino si può soprassedere, l’argentino deve ritrovarsi. Un proposito importante per il 2017.

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 23 dicembre 2016 alle 09:00
Autore: Federico Mariani
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