Non una vittoria banale: dicevamo settimana scorsa alla radio che l’appassionato-medio di basket non deve farsi abbagliare o in questo caso ingannare dal blasone della franchigia: meglio (più prodromico ad una migliore analisi della gara). Tantomeno pensando che la Baltur sia una sorpresa, poiché neopromossa.

Gli emiliani hanno due stranieri di vaglia, come Mays e soprattutto James White, califfo già agli Spurs, ai Knicks e l’anno passato a Reggio Emilia in A1; hanno due senatori della categoria come Chiumenti e Reati, e Yankiel Moreno, il nostro Ba e dei giovani di prospettiva. Soprattutto un buon allenatore, quel Benedetto che ha dato il meglio di sé sinora nella natìa Reggio Calabria.

Vittoria che vale molto: ottenuta senza lasciare un solo secondo Cento in testa; non riuscendo per tutta la gara a raggiungere un vantaggio nelle dimensioni più meritate, merito (scusate il pleonasmo) di un’avversaria dura e concentrata.

Ma più corta: Udine sfrutta la lunghezza e la completezza del portafoglio-giocatori e alla lunga mette fra sé e la Benedetto XIV quei nove, dieci punti che sanciscono la terza vinta di fila.

Udine la vince, e ne abbiamo fatto cenno a coach Demis durante la conferenza stampa post-gara, perché si dimostra più bidimensionale di Cento: cinque uomini in doppia cifra, 44% dal campo per la Baltur: insomma una GSA che continua a difendere duro e trovare, in attacco, soluzioni meno prevedibili di palla-a-Trevis, palla-a-Cortese.

Udine la vince nella serata in cui sotto le plance fanno match pari con gli avversari, dopo un primo tempo non straordinario di Ciccio ed una ripresa, invece, dove lui e Chris tengono botta a Chiumenti, Ba (grande fisicità ancora non perfettamente disciplinata) e soprattutto James White; Udine la vince perché quasi tutte le conclusioni vincenti avversarie sono frutto di belle azioni individuali, con triple forzatissime come quelle di Reati o pezzi di bravura quali molti tiri di Mays e White; su quest’ultimo Udine fa fatica, spesso, a montare la guardia anche e soprattutto per la menomazione fisica di Powell, che ha giocato ben lontano dai suoi standard normali a causa della scavigliata di Piacenza. Bravo invece Nikolic, che gioca d’entusiasmo e di veolcità per limitare James, il quale invece a 36 anni gode di un fisico ancora clamorosamente integro e lo usa alla grande.

Sbagliato fare graduatorie quando l’A.P.U. vince di squadra: ma Riki Cortese ha messo 18 pezzi importantissimi; Trevis si è caricato sulle spalle la squadra nei rarissimi momenti di pausa, suggellando una bella prestazione con una stoppata siderale su Chiumenti la quale spedisce la sfera sugli spalti; Lollo Penna ha preso iniziative e rischi che sinora aveva faticato ad assumersi, guadagnandosi falli e canestri penetrando senza paura.

Non c’è tempo per rilassarsi: martedì è tempo di pensare alla sfida, ancora in casa, contro gli Sharks Roseto del Trojan Person e del cavallo di ritorno Brandon Sherrod; soprattutto il ritorno di Franko Bushati in quella che per qualche mese è stata la sua casa. Altra gara da portare a casa, per continuare il cammino, duro ma inevitabile, che porta alla consapevolezza, alla qualità ed alla vetta.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 12 novembre 2018 alle 09:44
Autore: Franco Canciani
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